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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Recapitata lingua di maiale ad ex imprenditore di Giugliano, denunciò il clan

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Chi pensa che, dopo anni di arresti eccellenti e sequestri milionari, il clan Mallardo abbia mollato la presa si sbaglia di grosso. Soprattutto, se hai voltato le spalle al clan e, addirittura, hai denunciato il racket, diventi un bersaglio fisso. Per la camorra, sei un nodo al dito che non può essere sciolto se non in un modo. Il peggiore. Questo breve preambolo per introdurvi la storia di Luigi Leonardi, napoletano di nascita e giuglianese d’adozione, a cui il clan ha recapitato una lingua di maiale proprio oggi. Luigi, fino a qualche anno fa, era titolare di una fabbrica di lampadari. Un’attività che definiremmo “familiare”. Ci lavorava tutta la sua famiglia, con onestà e tenacia. Il problema, però, non era il cosa: era il dove. Se uno investe a Giugliano, addirittura in una fabbrica, deve interloquire con i signori di questa terra. No, niente di legale, sia chiaro. Anche solo perché i signori di cui sopra sono i Mallardo.

Lingua di maiale ad ex imprenditore di Giugliano: un invito a tacere

Il clan, quindi, comincia a bussare alla sua porta. Chiede piccole some. Che diventano sempre più grosse e pesanti. Fino ad essere insostenibili. Luigi non ha scelta: o paga o sono guai. Di andar via non c’è nemmeno modo. Gli investimenti sono troppo importanti per poter buttare tutto all’aria. Allora, Luigi fa una scelta importante e, al tempo stesso, dolorosa. Denuncia, tutto. Racconta con minuzia ciò che gli accade, fa nomi, indica i suoi aguzzini. Non ne può più di regalare i suoi sacrifici, così, per niente. Come biasimarlo, d’altronde. Da quel momento in poi, Luigi Leonardi vive il suo calvario fatto di manacce di morte e intimidazioni. Chiede aiuto allo Stato che risponde presente, ma fino ad un certo punto. Anzi, fino ad un certo livello. Precisamente, uno degli ultimi. E’ questo il livello di protezione che lo Stato gli ha accordato. Insufficiente per tenerlo al sicuro.

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La richiesta d’aiuto al Vice Ministro Gaetti

Questa sera, di ritorno a casa sua – vive in una località segreta, ma non per i camorristi a quanto pare – ha trovato una lingua di maiale ad aspettarlo sul pianerottolo. Abita da solo su quel piano, lo specifica in un post doloroso sul suo profilo Facebook. Non ci si può sbagliare: la lingua di maiale era destinata proprio a lui. Nella simbologia camorristica, la lingua di maiale vuol dire “chiacchierone”. In tono minaccioso, inutile specificarlo. Luigi Leonarti, senza indugiare oltre, ha allertato i Carabinieri. Sono loro che hanno aperto il “paccotto”. In una pozza di sangue, hanno trovato la minaccia, sotto forma di “lingua di porco”. Dev’essere estenuante vivere sul filo del rasoio, come non lo si può immaginare. E’ per questo che nel chiedere di nuovo aiuto allo Stato, Luigi lo ha voluto specificare ancora una volta, chiamando in causa direttamente il Vice Ministro Gaetti. Al momento, tutto tace.

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