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venerdì, Aprile 26, 2024
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L’ombra degli eredi dei Lo Russo su 6 omicidi: gruppi in lotta nel quartiere

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L’ultima indagine condotta contro la nuova mala di Miano ha fatto emergere dettagli importanti sui recenti fatti di sangue avvenuti nel quartiere e nelle zone limitrofe. Il pm del Tribunale di Napoli, Mario Sepe, ha firmato un decreto di fermo nei confronti dei nuovi ras leggi l’approfondimento. Tutto parte dallo storico clan Lo Russo che è stato profondamente colpito dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, infatti, hanno consentito far luce anche sugli omicidi commessi durante la reggenza di Carlo Lo Russo condotta tra il 2015 e il 2016.

Dopo l’arresto, però, l’ultimo boss dei Capitoni iniziò a parlare con i magistrati già nel luglio del 2016, preceduto di qualche mese da Mario Lo Russo. Ad ottobre Rosario De Stefano e nel novembre 2016 Antonio Lo Russo decisero di pentirsi, così come avvenne per Mariano Torre nel novembre 2017 e Luca Covelli nel gennaio 2019.

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LA SUCCESSIONE A CARLO LO RUSSO

Gli affiliati del clan, dopo gli arresti dell’ultimo Lo Russo e dei suoi fedelissimi, riuscirono ad affermare la propria supremazia sui territori di Miano e Piscinola, costituendo due sottogruppi. Il primo è il clan di Abbasc Miano, guidato da Matteo Balzano e dai suoi fedelissimi Gianluca D’Errico e Salvatore Scarpellini arrestati nel febbraio 2020. L’altro gruppo criminale è quello di Ngopp Miano, retto da Luigi e Gaetano Cifrone, che venne sgominato nell’ottobre 2020.

Quasi tutti gli imputati scelsero il rito abbreviato, cosicché le recentissime sentenze hanno riconosciuto l’esistenza di diverse organizzazioni emergenti. Inoltre il decreto del Tribunale di Napoli confermerebbe l’attuale operatività e l’egemonia del clan dei Capitoni nei quartieri di Miano, Chiaiano, Marinella e Piscinola.

DUE SOTTOGRUPPI DEI CAPITONI

Sia il gruppo di Balzano che quello guidato dai Cifrone possono essere definiti, dunque, articolazioni dei Lo Russo. Questa conclusione degli inquirenti è frutto di un’approfondita analisi dei clan a partire dalla struttura dell’organizzazioni fino al suo territorio di pertinenza. Così gli eredi non solo ripetono le condotte criminali dei Capitoni, ma commettono anche gli stessi delitti come le estorsioni, lo spaccio di droga e gli atti di violenza.

GLI OMICIDI A MIANO

Dagli elementi investigativi, acquisiti anche da altri recenti procedimenti, gli inquirenti ritengono che il clan Lo Russo sia tuttora attivo. A Miano, recentemente, si sono verificati diversi episodi sanguinosi che evidenziano l’instabilità e la recrudescenza criminale alla base dello stato di potenziale conflittualità tra i diversi gruppi attivi negli stesso terrotpro. Quindi è possibile trovare un filo rosso che lega gli omicidi registrati tra la fine 2020 e l’inizio del 2022.

Il 30 settembre 2020 venne ucciso a colpi d’arma da fuoco, sotto casa dei Cifrone,  Alessandro Riso detto o ‘pazz . Il giovane venne già indagato in quanto ritenuto partecipe al clan Lo Russo.

Salvatore Milano viene ucciso il 22 aprile 2021 colpi d’arma da fuoco: il vecchio affiliato di spicco del clan Lo Russo si trovava all’interno in un bar di Via Vittorio Veneto.

A Miano il 24 giugno 2021 in via Comunale Vecchia Piscinola è stato colpito a morte Antonio Avolio, il pregiudicato era da sempre legato agli ambienti della mala di Miano.

Il 12 novembre seguente in un circolo ricreativo in via Janfolla a Miano venne freddato a colpi d’arma da fuoco Giuseppe Tipaldi alias “Peppe a ‘ rocchio” figlio di Gaetano alias “Nana”, e fratello di Massimo, entrambi affiliati storici del clan Lo Russo.

Il rione Don Guanella venne sconvolto dal duplice omicidio di Giuseppe di Napoli e Pasquale Torre, entrambi colpiti mortalmente in un agguato al parco dei Colombi lo scorso 31 gennaio.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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