Se è vero che l’amore non sempre ha un lieto, deve per forza valere anche l’esatto contrario. Ne è la riprova quanto formalizzato nelle ultime ore ma che, di fatto, era già nell’aria (romana) da mesi: l’investitore a candidato presidente del campo largo di Roberto Fico con il placet del governatore Vincenzo De Luca, ormai ex nemico numero uno del Movimento 5 Stelle di cui Fico ne è tra i principali rappresentanti e fondatori.
Per anni i rapporti tra Vincenzo De Luca e il Movimento 5 Stelle sono stati, infatti, caratterizzati da uno scontro durissimo. Il governatore della Campania non ha mai risparmiato accuse, insulti e attacchi frontali al M5S, anche quando il clima politico nazionale si andava ammorbidendo con accordi politici anche in città campane molto popolose (vedi elezioni comunali a Giugliano del 2020).
Oggi, però, arriva un accordo che fino a poco tempo fa sembrava impensabile: Roberto Fico, storico esponente dei 5 Stelle, sarà il candidato alla presidenza della Regione Campania, mentre Piero De Luca, figlio del governatore, otterrà la segreteria regionale del Partito Democratico.
La storia dei rapporti tra De Luca e i 5 Stelle inizia già nel 2015, quando i consiglieri regionali del M5S occuparono l’aula del Consiglio regionale chiedendo le sue dimissioni. De Luca li definì “squadristi”, “sciagurati” e accusò il movimento di fare “sceneggiate vergognose”. Il linguaggio fu violento e senza mediazioni, tanto che anche nel suo stesso partito alcuni lo invitarono a moderare i toni.
Nel 2018, in piena campagna politica, De Luca rincarò la dose: dichiarò pubblicamente che “i voti dei 5 Stelle in Campania erano frutto della camorra”, parlando di “forze oscure” dietro il successo del Movimento. Nello stesso anno, in seguito all’inchiesta sui rifiuti condotta da Fanpage.it, il M5S presentò una mozione di sfiducia nei suoi confronti, accusandolo di clientelismo e di gestione opaca delle nomine, in particolare in ambito sanitario.
La sanità è stata a lungo terreno di scontro. Il Movimento ha sempre denunciato il degrado del sistema sanitario campano, parlando di nomine pilotate e ospedali abbandonati. De Luca dal canto suo ha replicato senza peli sulla lingua, accusando i grillini di incompetenza e demagogia.
Lo scontro è proseguito anche negli anni successivi quando ormai in gran parte dell’Italia democrat e pentastellati facevano coppia fissa.
Nel 2023 e nel 2024 sono arrivate frecciate da entrambe le parti, che mai avrebbero fatto pensare a ciò che si è invece concretizzato in queste ore.
Solo poche settimane fa, infatti, durante una diretta Facebook, De Luca tornava ad attaccare senza mai fare nomi, ma con un bersaglio evidente: Roberto Fico. “Per la Campania non ho ancora visto sulla scena nomi di persone adeguate per capacità, per esperienza e competenza, a ricoprire i ruoli per i quali vengono ipotizzati”, dichiarava il presidente. E aggiungeva: “Per quanto mi riguarda non è chiuso niente”, annunciando una misteriosa “operazione verità”.
Nonostante queste parole, è arrivata la svolta. Il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico trovano un’intesa: Fico sarà il candidato unitario alla presidenza della Regione, mentre Piero De Luca guiderà il partito a livello regionale. Una soluzione che sa di equilibri ed interessi politici più che di riconciliazione ideologica, e che scrive – almeno formalmente – la parola fine ad una delle guerre politiche più aspre dell’ultimo decennio.