Nuovo rinvio per il processo in Argentina relativo alla morte di Diego Armando Maradona. Si tratta del secondo rinvio: la prima udienza era prevista il 1° ottobre.
Slitta ancora il processo sulla morte di Maradona
Secondo quanto riferito dal quotidiano argentino Clarin, il tribunale di San Isidro “ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza” chiesta dai difensori di tre degli otto imputati – il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e lo psicologo Carlos Diaz -, aggiornando il processo all’11 marzo del prossimo anno. Originariamente, il processo era previsto per lo scorso mese di giugno. Poi ottobre, ora l’ennesimo posticipo.
Diego Armando Maradona morì il 20 novembre 2020, a causa di uno scompenso cardiaco e esattamente 22 giorni dopo aver subito un intervento alla testa per la rimozione di un ematoma subdurale. Dopo la sua morte, sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio semplice con possibile dolo – una “potenziale negligenza”, insomma, che ha portato alla morte – siederanno otto persone, già indagate dalla procura di San Isidro.
L’equipe sanitaria avrebbe fornito scarsa assistenza al Pibe de Oro dopo l’intervento chirurgico
Queste persone erano parte dell’équipe sanitaria che avrebbe dovuto prestare aiuto a Maradona dopo l’operazione al cervello. Invece, secondo quanto sostenuto dalla Procura, l’ex calciatore aveva ricevuto “un’assistenza infermieristica piena di carenze e irregolarità iniziando a morire almeno 12 ore prima delle 12.30 del 25 novembre presentando segni inequivocabili di un prolungato periodo di agonia”.
Per due volte, nel 2022 e poi in appello nel marzo 2023, i tribunali hanno confermato l’avvio di un processo per l’équipe medica che aveva in cura Maradona. Gli otto rinviati a giudizio sono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Angel Diaz, il medico coordinatore Nancy Edith Forlini, il coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, l’infermiere Ricardo Omar Almiron, l’infermiera Dahiana Gisela Madrid (che aveva chiesto di essere giudicata separatamente e da una giuria popolare) e il medico Pedro Pablo Di Spagna. Il reato di cui sono accusati è punibile con una pena da 8 a 25 anni di carcere.