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venerdì, Maggio 3, 2024
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Colpo al clan Marino, blitz alle Case celesti: arrestato figlio del boss ‘Mckay’

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Stangata contro il clan Marino, gruppo di Secondigliano attivo nella zona delle Case Celesti. Questa la conseguenza della decisione presa dalla Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso dai presunti esponenti del gruppo di via Limitone d’Arzano. Gli agenti della Squadra Mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini) e dei commissariati Scampia (guidato da Giovanni Mandato) e di Giugliano-Villaricca hanno così dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di Crescenzo Marino, 25 anni, (figlio del boss Gennaro Marino, detenuto a Parma in regime di carcere duro), Maddalena Imperatore, 39 anni (moglie del boss Roberto Manganiello); Lorenzo Celentano, 27 anni; Mariano Isaia, 47 anni; Raffaele Barretta, 43 anni; Mario Attrice, 39 anni.

Respinto il ricorso in Cassazione presentato dai ras dei Marino

I sei sono ritenuti gravemente indiziati del reato di aver costituito una associazione camorristica denominata clan Marino che si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano, operante nei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Napoli, Sezione Distrettuale Riesame Provvedimenti Restrittivi Libertà Personale e Sequestri, a seguito del riscorso presentato dalla locale Dda ed è divenuto esecutivo dopo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione presentato dagli indagati. La complessa attività investigativa era stata avviata al fine di catturare l’allora latitante Roberto Manganiello, colpito da provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale di Napoli perché gravemente indiziato dei reati di duplice omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto abusivo e detenzione illegale di armi. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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