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lunedì, Giugno 17, 2024
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Mazzata al clan Reale-Rinaldi, droga, estorsioni ed armi per la lotta ai Mazzarella: 6 in manette

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Su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, di Napoli, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 7.8.2019 dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti di sei indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, trasporto, commercializzazione e vendita di sostanza stupefacente, estorsione, detenzione illegale di arma da fuoco, per conto del clan Reale – Rinaldi, operante sul territorio di San Giovanni a Teduccio.

Gli elementi acquisiti hanno consentito di ricostruire l’operatività del clan Reale con particolare riferimento alla gestione delle piazze di spaccio che costituisce una delle ragioni del ventennale scontro tra il clan Rinaldi/Reale e il clan Mazzarella.

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Tra i destinatari dell’ordinanza Salvatore Nurcaro (cl. 1987), uno dei capi e promotori dell’associazione riconducibile al clan Reale, che nel pomeriggio del 3 maggio 2019, è rimasto vittima, in piazza Nazionale, di un agguato nel corso del quale è stata ferita anche la piccola Noemi.

Le più recenti intercettazioni hanno consentito di ricostruire oltre alla dinamica dell’agguato anche il movente, individuato nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti, e, in particolare, in un debito di Nurcaro nei confronti di un membro del clan Formicola.
E’ emerso, infatti, che Nurcaro, nel tentativo di recuperare delle somme per onorare il debito, abbia cominciato a pretendere il denaro delle piazze di spaccio di appannaggio del clan Mazzarella.

Le attività, oltre a confermare l’attualità dell’inserimento di Nurcaro nel clan Reale – Rinaldi, hanno permesso anche di riattualizzare il ruolo di tutti gli affiliati già emergenti dalle intercettazioni svolte da novembre 2015 sino a novembre 2016, in particolare di Pasquale Reale (cl.1996), Antonio Reale (cl.1991) e Vincenzo Reale (cl.1997), fornendo un chiaro riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

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