20.3 C
Napoli
sabato, Maggio 4, 2024
PUBBLICITÀ

“Mi fai arrestare! Per 500 euro di m**rda”, le minacce del clan di Fuorigrotta all’ambulante

PUBBLICITÀ

Gli affiliati al clan Troncone avrebbero avuto paura di essere accusati del reato di estorsione, nonostante ciò, non avrebbero rinunciato a vessare le proprie vittime. Lo scorso settembre l’ambulante Antonio ha denunciato le presunte minacce di morte subite da Luigi Troncone per la riscossione del denaro.

Il cognato del boss Vitale, appreso della mancanza del denaro, lo avrebbe minacciato di morte riferendogli: «Per colpa tua mi fai arrestare! Per questi 500 euro di merda che ci devi dare, mi hai fatto venire armato!… Ed ora, perché non mi hai dato tutti i soldi che devi darci, mi hai costretto a scendere anche domani che è domenica».

PUBBLICITÀ

AMBULANTE MINACCIATO CON LA PISTOLA

In sella sulla moto Sh Luigi Troncone avrebbe minacciato Antonio con una pistola, larma sarebbe stata tra le sue gambe. A quel punto, per paura di ritorsioni e temendo per la propria incolumità, l’ambulante avrebbe rassicurato il parente del capoclan sul fatto che all’indomani avrebbe consegnato 500 euro: ”A questa ulteriore minaccia, conoscendo la pericolosità degli individui appartenenti al clan Troncone, e temendo che potessero fare qualche idiozia nei pressi della mia abitazione, dove io e mia moglie viviamo con i nostri quattro figli di cui due minori, ho detto al Luigi Troncone di evitare di venire armato dandogli, contestualmente, la mia disponibilità a portargli i soldi in qualsiasi altro posto. Il giorno dopo, di domenica, sempre nello stesso posto, verso le ore 13.00, sono stato avvicinato da Vitale Troncone il quale, dopo avermi chiesto conferma se fosse passato Luigi Troncone a prendere i soldi dovuti, alla mia risposta negativa ha ritirato la restante somma di 500 euro…

COME E’ PARTITA L’INDAGINE

Le indagini sono partite da un’altra attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, infatti, da alcune intercettazioni sarebbero emerse le estorsione contro il l’ambulante. Inoltre le dichiarazioni del minacciato risulterebbero riscontrate sul contrabbando così come le costrizioni di natura economica allo stesso imposte per la vendita. Il venditore è stato sia vittima del racket che indagato, avendo lo stesso ammesso di aver venduto le sigarette nella sua vita, al fine di guadagnare qualcosa in più rispetto a quello che frutta la vendita di gadget regolarmente autorizzata della moglie.

Racket sui gadgets della festa Scudetto del Napoli, l’ambulante: “Pagai 500 euro al clan”

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

“Diamogli addosso”, la decisione degli Amato-Pagano che non piaceva al Monterosa

A Scampia non poteva vendersi eroina. Era questo l’ordine imposto negli anni scorsi da Marco Liguori, reggente del clan...

Nella stessa categoria