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domenica, Maggio 5, 2024
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“Mi spiava, si prendeva anche la mia posta”, le assurde motivazioni dietro l’omicidio della mamma di Donato ‘con mollica o senza’

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La avrebbe colpita mortalmente alla testa e dopo, per eliminarne le tracce, avrebbe cercato di bruciarne il corpo. È stata fermata in serata per l’omicidio di Rosa Gigante madre di Donato De Caprio il  tiktoker divenuto famoso con lo slogan ‘con mollica o senza’, la 47enne Stefania Russolillo, vicina della donna. Secondo la prima ricostruzione effettuata dalla squadra mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini), coordinata dal pubblico ministero Maurizio De Marco, il delitto sarebbe maturato dopo una banale lite tra le sue vicine nell’abitazione di Rosa Gigantein via Sant’Aniello a Pianura. La donna avrebbe cercato di bruciare il corpo della vittima per nascondere ogni traccia. Alla Russolillo si sarebbe giunti dopo aver ascoltato alcuni vicini che avrebbero indirizzato gli investigatori sulla donna anche in virtù degli screzi avvenuti in passato tra le due.

Sul corpo della vittima erano presenti evidenti segni di aggressione e tracce di un principio di combustione. Le immediate attività di indagine hanno consentito di individuare numerosi indizi di reità in capo alla Russolillo Stefania – vicina di casa –  che avrebbe, probabilmente all’epilogo di un litigio nato per futili motivi, prima aggredito e poi ucciso l’anziana donna.

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Il fermo della vicina

Il corpo dell’anziana è stato rinvenuto nel primo pomeriggio di oggi ma i sanitari giunti con l’ambulanza, giunta sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne l’avvento decesso. Secondo gli investigatori la 73enne sarebbe stata colpita con un oggetto contundente che le avrebbe provocato una grave ferita alla testa: il corpo sarebbe stato poi parzialmente bruciato con la vittima che presentava i vestiti bruciati dalle fiamme e ustioni alle mani. Nel frattempo i familiari avevano provveduto ad avvisare il figlio che si trovava nella sua salumeria alla Pignasecca. In serata, dopo un interrogatorio fiume, la Procura di Napoli ha emesso un decreto di fermo nei suoi confronti con l’accusa di omicidio. Ascoltata dai magistrati la 47enne avrebbe dichiarato che vi sarebbero stati dissidi, anche pesanti in passato, con Rosa Gigante e che dunque il delitto sarebbe maturato dopo l’ennesima lite avvenuta tra le due donne.

Portata in Questura, dopo oltre sei ore d’interrogatorio la donna crolla e ammette: «Odiavo Rosa, mi spiava, mi sottraeva persino la posta». Allucinante. A scatenare la furia omicida sarebbero stati rancori sedimentati nel tempo, dunque, sfociati ieri dopo mezzogiorno in un assurdo sbocco d’odio e di follia.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva

 

 

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