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mercoledì, Maggio 15, 2024
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Mondiali di calcio, Dua Lipa: “Non canterò in Qatar, ci andrò quando rispetteranno i diritti umani”

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Dua Lipa non si esibirà in occasione della cerimonia di apertura dei Mondiali di calcio in programma in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre. In una storia pubblicata su Instagram la 27enne cantante britannica da milioni di follower ha spiegato che non c’è stata alcuna trattativa per una sua presenza alla rassegna iridata. Ha, inoltre, ribadito che non visiterà il Qatar fino a quando non migliorerà la situazione dei diritti umani.

Dua Lipa: “Tiferò Inghilterra da lontano”

Ci sono state molte speculazioni circa la possibilità che mi esibisca alla cerimonia d’apertura del campionato del mondo in Qatar“, scrive Dua Lipa. “Non mi esibirò e non sono mai stata coinvolta in una trattativa per farlo. Farò il tifo per l’Inghilterra da lontano e non vedo l’ora di visitare il Qatar. Ma solo quando avrà rispettato tutti gli impegni sui diritti umani presi quando ha vinto il diritto di ospitare la Coppa del Mondo“.

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I fattori controversi dei mondiali di calcio in Qatar

Le polemiche che riguardano il mondiale di calcio in Qatar sono tante, e rimangono al centro della cronaca calcistica internazionale sin dagli anni immediatamente successivi alla sua decisione. Di recente si è molto sentito parlare delle dichiarazioni omofobe dell’ambasciatore ufficiale del mondiale di calcio Khalid Salman, per il quale i gay avrebbero una malattia mentale. In aggiunta ci sono i costi esorbitanti sostenuti dall’emirato del Golfo persico per l’organizzazione del torneo. Su quest’ultimo punto vedremo come mai la costruzione degli stadi presenta criticità ulteriori rispetto agli alti costi per i lavori.

Tra i fattori più controversi in campo abbiamo la decisione di disputare le partite proprio nei mesi invernali, senza la quale non si sarebbe potuto giocare in una località geografica molto calda. Sullo sfondo abbiamo inchieste giudiziarie su elementi di corruzione e la triste lesione dei diritti di alcuni addetti ai lavori.

Vediamo tutti i punti controversi che accompagnano un mondiale di calcio rivelatosi ambiguo sin dal giorno della sua programmazione.

La costruzione degli stadi e le morti degli operai

La superficie dello stato mediorientale che ospita i mondiali durante questa stagione è molto limitata. In particolare, il Qatar è lo stato più piccolo che abbia mai ospitato il mondiale di calcio. E le città che ospiteranno le partite sono cinque. Per dotarsi di stadi a sufficienza, il Qatar ha dovuto costruire ex novo ben sette stadi, mentre otto stadi nel complesso ospiteranno le partite del mondiale. La popolazione del Qatar è composta per il 20% da persone autoctone, mentre gli altri abitanti provengono da paesi asiatici come l’india, lo Sri Lanka, il Bangladesh e il Nepal.

Gli operai che hanno costruito gli stadi lavoravano in condizioni discutibili, sia in merito agli orari, sia rispetto al trattamento economico. Ma il punto più controverso e dibattuto riguarda quello relativo all’elevato numero di morti sul lavoro. Delle quali a nessuno è stata attribuita la colpa. Il numero di morti dal 2011 al 2020 per costruire gli stadi è stato di 6.500 operai. Le autorità locali, tuttavia, hanno attribuito i decessi a fattori naturali, dato che la forza lavoro straniera nello stato si attesta a 2 milioni di individui circa.

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