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giovedì, Aprile 25, 2024
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Morta dopo Astrazeneca, aperta un’inchiesta: donati gli organi della 18enne Camilla

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Non ce l’ha fatta Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante ricoverata domenica all’ospedale San Martino di Genova con una gravissima trombosi al seno cavernoso e conseguente emorragia cerebrale. Due settimane prima, il 25 maggio, la giovanissima studentessa del liceo tecnologico, una sorella ventenne, aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca dopo aver partecipato al primissimo ‘open day’ che in Liguria ha consentito agli ‘over 18’ di chiedere volontariamente di ricevere vaccini a vettore virale, come appunto AstraZeneca.

Già nei giorni scorsi la sorte di Camilla aveva amplificato i dubbi, nella comunità scientifica e non, sull’opportunità di somministrare questo tipo di farmaco ai giovani e in particolare alle giovani donne. Dopo l’accesso sabato 5 giugno in ospedale a Genova (il secondo), già domenica 6 giugno Camilla era stata operata dapprima per la rimozione del trombo e poi per ridurre la pressione intracranica. Nei giorni successivi la situazione della giovanissima in rianimazione era però rimasta tragicamente stabile, nella sua gravità, ed era scattato il periodo di osservazione per dichiararne la morte cerebrale. I genitori hanno autorizzato l’espianto degli organi, cinque i malati che ne beneficeranno da quanto si è appreso. Ad annunciare la morte della ragazza è stata la sindaca Valentina Ghio: “Sestri Levante è stata colpita da un lutto che mai avremmo voluto vivere – ha detto -. L’amministrazione comunale e tutta la città si stringono intorno alla famiglia della ragazza scomparsa oggi. In questo momento di dolore esprimo tutto il mio affetto e la mia vicinanza ai familiari di Camilla”.

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L’atteso parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) sull’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca (AZ) per i giovani dai 18 anni in su considererà le indicazioni in merito già date dal ministero della Salute e dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa, ovvero che per questo immunizzante si raccomanda un uso preferenziale per i soggetti over-60. In queste ore ci sarebbe appunto una convergenza per “raccomandare” a questa categoria il vaccino anglosvedesw.

Una decisione che riapre il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa (cosiddetta ‘eterologa’) agli under 60 che hanno ricevuto la prima con Astrazeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo. Gli esperti stanno ora facendo una sintesi dei loro pareri che – a quanto si è appreso – andrebbe verso una riorganizzazione complessiva della campagna vaccinale, quindi anche della somministrazione delle diverse tipologie di vaccino a seconda delle età, alla luce del mutato quadro epidemiologico. Ma le decisioni da adottare spetteranno comunque esclusivamente alla politica. Ad anticipare la linea è lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza, ma nel frattempo è ‘caos’ nelle Regioni, che stanno procedendo in ordine sparso, mentre vari esperti indicano di completare comunque il ciclo vaccinale con AstraZeneca se si è già avuta una prima dose. La questione si è posta a seguito degli open day organizzati da varie Regioni proprio con il vaccino AZ ed aperti anche ai giovani a partire dai 18 anni, e dopo che due casi di trombosi rare si sono verificati nelle ultime settimane in giovani donne. A questo proposito, rispondendo al question time al Senato, Speranza ha sottolineato che lo scorso 7 aprile il ministero, con una circolare, “ha già raccomandato l’uso preferenziale del vaccino AZ agli over-60 e Aifa ha ribadito che il profilo beneficio-rischio è più favorevole all’aumento dell’età”. Queste valutazioni, ha anticipato, “saranno sicuramente considerate nel prossimo parere del Cts”. Tutti i vaccini sono però “sicuri ed efficaci”, ha precisato il ministro.

Ma sulla vaccinazione degli adolescenti che hanno fatto la prima dose con Astrazeneca resta ora il nodo del richiamo cioè la questione di quale immunizzante utilizzare per la seconda dose nei giovani già vaccinati con lo stesso vaccino. Su questo punto, vari esperti si dicono favorevoli a completare comunque il ciclo vaccinale con AZ. “In questo momento chi ha fatto la prima dose con un vaccino è bene che faccia la seconda dose con lo stesso vaccino. Ciò perchè le prove sperimentali che hanno portato all’approvazione di questi vaccini sono state fatte sulla somministrazione di due dosi per lo stesso vaccino e hanno dimostrato adeguate condizioni di sicurezza e di protezione”, ha affermato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. Sulla stessa linea il virologo Fabrizio Pregliasco e l’infettivologo Massimo Andreoni, secondo i quali gli eventi avversi rari si sono verificati essenzialmente dopo la prima dose ed il rischio è bassissimo. Una conferma arriva dal V Rapporto Aifa di Farmacovigilanza sui Vaccini Covid: i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con AZ sono in linea con quanto osservato a livello europeo, ovvero 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose. Complessivamente su tutti i vaccini, sono 66.258 le segnalazioni di eventi avversi su un totale di 32.429.611 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 204 ogni 100.000 dosi), di cui il 90% per eventi non gravi. La maggior parte riguardano Comirnaty di Pfizer (71,8%), il più usato (68,7% delle dosi somministrate).

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