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venerdì, Maggio 10, 2024
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Movida blindata a Mergellina dopo l’omicidio di Checco Maimone, in due giorni oltre 300 persone controllate

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Dopo l’omicidio di Francesco Pio Maimone, nel fine settimana gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e personale della Polizia Locale hanno effettuato controlli nella zona degli “chalet” di Mergellina e in largo Sermoneta dove hanno identificato 169 persone, di cui 35 con precedenti di polizia, controllato 110 veicoli e contestato 20 violazioni del Codice della Strada per divieto di sosta; inoltre, sono state rimosse 3 autovetture per mancata copertura assicurativa.

Nel corso dell’attività, i poliziotti hanno denunciato un napoletano con precedenti di polizia poiché sorpreso nuovamente ad esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo e per inottemperanza ai provvedimenti Dacur (divieto di accesso alle aree urbane) cui è sottoposto; infine, hanno denunciato altre due persone per guida senza patente poiché mai conseguita avendo reiterato la violazione nel biennio.

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A Mergellina è in corso da tempo una sorta di guerra per il controllo del territorio durante il fine settimana da parte di gruppi di giovani di quartieri di periferia, collegati direttamente o indirettamente a clan di camorra. Ecco in sintesi la valutazione del gip sulla pericolosità della situazione nella zona del lungomare nelle ore notturne della movida.

. A lanciare l’assalto sono loro, i figli dei boss, ras e capibastone di una camorra stracciona ma efferata. Una generazione “Gomorra.2” che fa paura anche nelle piazze apparentemente più protette o sui marciapiedi del lungomare, dove un tempo tirare notte fino all’alba con birre e taralli pareva già la più proibita delle trasgressioni.

Che su Mergellina, e in particolare nell’area degli chalet, si fosse concentrata l’attenzione di questa generazione perduta e senza futuro lo si era capito bene una settimana prima dell’uccisione di Francesco Pio Maimone. Il raid di camorra messo a segno ai danni di un giovanissimo astro nascente della criminalità organizzata di Pianura – il diciannovenne Antonio Gaetano – era subito apparso come la cartina di tornasole di un attacco plateale, clamoroso, capace di sfidare rischi incalcolabili a cominciare dalla folla, dalla potenziale presenza di una qualche pattuglia di carabinieri o poliziotti.

I killer non si erano fermati davanti nemmeno all’eventualità di colpire qualche innocente seduto sui dondoli, ai tavolini dei bar. Così i rivali del cartello Calone-Marsicano-Esposito avevano pianificato l’omicidio: non ci sono riusciti per un soffio, Gaetano è sopravvissuto, ma trascorrerà il resto della sua vita paralizzato su una sedia a rotelle. Erano i segnali di fumo, un’anteprima drammatica di ciò che sarebbe successo nella notte tra domenica e lunedì, quando a rimetterci la vita è stato un innocente, un ragazzino che si affacciava alla vita sognando di aprire una rosticceria tutta sua.

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