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mercoledì, Aprile 24, 2024
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La mozzarella della camorra, il business gestito da Walter Schiavone

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Colpo ai Casalesi, 5 soggetti arrestati, tra i quali Walter Schiavone, figlio del capo storico del clan dei “Casalesi”, Francesco Schiavone detto “Sandokan”. Le accuse sono associazione di tipo camorristico, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da sparo e da guerra. Poi anche intestazione fittizia di quote societarie, concorrenza illecita ed estorsione, aggravati dalla finalità mafiosa.

Le mozzarelle del clan dei Casalesi

Le misure  costituiscono lo sbocco di un’attività di indagine che consentiva di acquisire gravi elementi indiziari sull’operatività di un gruppo criminale. Il gruppo facente capo al predetto Schiavone Walter, dedito alla gestione e controllo – con modalità estorsive – della distribuzione di prodotti caseari nei territori della provincia di Caserta, tramite società intestate a prestanome. Lo Schiavone, organizzatore del sodalizio, si avvaleva di fidati collaboratori. C’erano Bianco Antonio, Diana Armando, Baldascino Nicola e Natale Davide, da tempo vicini alla citata fazione del clan casalese.

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Bianco e Diana, Schiavone rispondono anche del reato associativo. Sono raggiunti da gravi elementi indiziari, tra cui dichiarazioni collaborative ed esiti di attività d’intercettazione.

La mozzarella della camorra, il business gestito da Walter Schiavone

In particolare, allo stato delle indagini può dirsi raggiunto un convergente quadro indiziario sugli indagati. Questi, agendo tramite le società Bianco Latte” s.r.l. e “I Freschissimi” s.r.l.s., facenti capo a Schiavone Walter e gestite da fiduciari o prestanome, obbligavano vari titolari di caseifici della penisola sorrentina a rifornire in via esclusiva di prodotti le società dello Schiavone per la successiva distribuzione. Impedivano, dunque, alle aziende di avere rapporti con altri distributori e garantendosi una posizione di illecito predominio nella distribuzione dei prodotti caseari nel comprensorio aversano.

Le vittime delle estorsioni

Gli imprenditori sottoposti alle vessazioni del gruppo Schiavone venivano costretti con condotte estorsive a non riscuotere crediti per decine di migliaia di euro, derivanti dalle pregresse forniture, nonché a vendere i propri prodotti a prezzo ribassato.

Infine, la commercializzazione avveniva in maniera occulta, eludendo il sistema di tassazione fiscale imposto, cioè senza che i marchi I Freschissimi” e “Bianco latte comparissero nella documentazione contabile consegnata ai rivenditori al dettaglio. Le entrate delle attività illecite erano rendicontate dagli indagati con cadenza settimanale direttamente a Walter Schiavone. Nonostante questi fosse sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altro procedimento.

I sequestri

Effettuato il sequestro preventivo d’urgenza della società “Latticini e Formaggi” di Antonio Bianco. E’ l’ impresa tramite la quale l’indagato continuava, ad oggi, a porre in essere l’illecità attività di immissione in commercio di prodotti lattiero-caseari con le modalità in precedenza illustrate.

Sequestrate sostanze stupefacenti (1.474 kg di hashish, grammi 72 di cocaina, marijuana 54 grammi). Le sostenze rinvenute nel corso della perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Diana Armando, occultata in un’intercapedine del vano camino, evidenza di una chiara attività di spaccio.

I destinatari dei provvedimenti cautelare sono:

  1. Schiavone Walter, nato a Loreto (AN), classe 1981: custodia cautelare in carcere;
  2. Baldascino Nicola, nato a Casal di Principe (CE), classe 1977: arresti domiciliari;
  3. Bianco Antonio, nato a Maddaloni (CE), classe1980: custodia cautelare in carcere;
  4. Diana Armando, nato ad Aversa (CE), classe 1981: custodia cautelare in carcere;
  5. Natale Davide, nato ad Aversa, classe 1995: obbligo di dimora nel comune di residenza.

 

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