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venerdì, Maggio 3, 2024
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Napoli. Uccise la madre poi morì in carcere, intercettazione choc del compagno di cella: «L’ho giustiziato a modo mio»

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Aveva saputo, tramite chiacchiere all’interno del carcere, che quell’uomo suo compagno di cella, apparentemente innocuo e tranquillo, aveva commesso un crimine orrendo qualche tempo prima. Era un matricida. Aveva, infatti, ucciso la madre e ne aveva fatto a pezzi il corpo. Un crimine considerato intollerabile anche per chi con il crimine ci ha avuto a che fare faccia a faccia. Ed è per questo che Salvatore Pasqua, detenuto nel carcere di Poggioreale, avrebbe ucciso Eduardo Chiarolanza, autore, alla fine del mese di agosto 2021, dell’assassinio della madre 85enne nel quartiere di Pianura. Il corpo della donna, dopo l’omicidio, fu poi smembrato e i resti gettati in una discarica, contenuti in alcune buste dell’Ikea. Il ritrovamento dei resti, attraverso ricerche supportate dall’uso dei droni, risale al 9 settembre, circa 10 giorni dopo l’omicidio. La colpa della madre sarebbe stata quella di non cedere all’ennesima richiesta di denaro da parte del figlio.

IL MATRICIDA AGGREDITO CON CALCI E PUGNI

Per questo quell’uomo doveva morire, il matricida doveva essere fatto fuori, secondo il punto di vista di Pasqua. Ed è così che il detenuto attende il momento propizio per farlo fuori, ossia sotto la doccia. Lì lo inizia a colpire violentemente con calci, pugni e probabilmente anche con uno sgabello, lasciandolo cadere a terra tramortito. Chiarolanza morirà poi poco tempo dopo presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli, dove fu ricoverato dopo l’aggressione.

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Un epilogo di sangue e violenza che è stato ricostruito grazie al lavoro investigativo del pm Valentina Rametta, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte.

LE INTERCETTAZIONI: “CONSAPEVOLE DI AVERLO UCCISO”

Decisive alcune intercettazioni ambientali, attivate sia nei confronti dei compagni di cella del presunto assassino, sia nei confronti dello stesso Pasqua. Ed è quest’ultimo che sembra confessare l’operazione di giustizia criminale messa in campo all’interno della cella di Poggioreale, nei confronti del Chiarolanza. In un primo colloquio, Pasqua afferma, a proposito dei suoi disturbi della personalità: “Se mi riconoscono l’incapacità di intendere e di volere, io vado in Rems per un anno”. E poi, in una seconda intercettazione: “Sono consapevole che quello l’ho ucciso io e l’ho fatto perché lui aveva ucciso la madre”. Difeso dall’avvocato Rolando Iorio, ora Pasqua potrà rivendicare la propria estraneità ai fatti, nel corso del prosieguo del processo. Agli atti verrà messa, inoltre, anche un’altra intercettazione, questa volta ricavata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: “Aveva fatto a pezzi la madre, per questo l’ho ucciso”.

 

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