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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Sono Micheli e Mantovani il vero oro di Napoli, lo Scudetto porta anche il nome dei responsabili dello scouting

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Kvara pagato 10 milioni, Kim 18 mln, Lobotka 21 mln. Cifre irrisorie rispetto al valore che questi giocatori hanno ora. La rosa attuale del Napoli vale quasi il doppio rispetto a quella di inizio campionato. Il merito delle ‘scoperte’ del Napoli viene dato in gran parte al Ds Cristiano Giuntoli ed al presidente Aurelio De Laurentiis. Ma in pochi ricordano, invece, i meriti di chi lavora nell’ombra, ovvero Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani. Si tratta dei responsabili dello scouting del Napoli, ovvero coloro che girano il mondo per vedere da vivo i giocatori ‘sconosciuti’ e che guardano decine e decine di partite o filmati al giorno. Non solo per visionare le caratteristiche tecniche dei giocatori, ma anche quelle umane e caratteriali.

E’ anche grazie a loro, e naturalmente a chi li ha scelti, che si è riusciti a raggiugere l’atteso terzo scudetto. 

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Furono tra i primi, negli anni novanta, a sondare il calcio africano insieme a società del calibro di Manchester, Arsenal e Ajax. Non sono semplici osservatori che visionano una gara e poi vanno a riferire le impressioni in società, sono dei dirigenti con capacità di spesa che dopo un accurato studio vanno in loco, osservano il giocatore, parlano con il club e soprattutto con la famiglia, avviano le procedure burocratiche e tornano con un contratto firmato.

Micheli, l’uomo che scoprì Hamsik, è il responsabile dello scouting, che sarebbe la ricerca di giocatori. Mantovani, avvocato romano, è il capo degli osservatori. Entrambi hanno lavorato al Brescia e all’Udinese. In Friuli avevano posto le basi per l’Udinese dei miracoli. Insieme a loro fino a poco fa c’era anche Zunino, che ha fatto a lungo il giornalista, anche per il Guerin Sportivo, si è quasi sempre occupato di calcio estero, poi conobbe Bigon e i due sono stati insieme a Napoli prima e a Verona dopo.

Era il 2010 quando il duo fece ingresso nel calcio Napoli.

Lavoravano a Brescia con l’ex presidente Corioni. Maurizio Micheli, classe ’68 che insieme con Leonardo Mantovani ha scoperto e portato a Brescia Marek Hamsik, nonché Fabiano Santacroce. I due avevano lavorato al Brescia assieme a Gianluca Nani prima che quest’ultimo approdasse al West Ham.

Poi il passaggio alla corte di De Laurentiis, dove nel corso degli anni (dal 2010 a 2015) hanno segnalato decine e decine di calciatori, soprattutto giovani talenti. Qualche esempio? Kalidou Koulibaly e Faouzi Ghoulam, solo per citarne alcuni. Diamanti grezzi che poi si sono trasformati in campioni.

Il ritorno a Napoli nel 2018 di Micheli e Mantovani

Dopo 3 anni di stop (seguirono Bigon a Bologna, ndr) i due tornarono a Napoli nel 2018.

Anche molti componenti dell’attuale rosa portano la firma di Micheli e Mantovani. Come ad esempio Zambo Anguissa.  Il centrocampista africano era entrato nel database di Castel Volturno per la prima volta nell’estate del 2015, proprio grazie a Maurizio Micheli, il capo dell’area scouting. Anche altri giovani sono stati scoperti da Micheli e Mantovani: Meret, Amir Rrahmani, Leo Östigard, Di Lorenzo. Elmas, Lozano, Zerbin. 

Anche il colpaccio Kvaratskhelia arriva da lontano.

Il Napoli ha iniziato a seguire il georgiano anni fa, quando era al Rubin Kazan che però spara alto, circa 25-30 milioni, per uno ‘sconosciuto’. Sul giocatore ci sono tutte le big inglesi, comprese le due di Manchester, nessuna però ha il coraggio di fare sul serio. Il Napoli tiene sempre vivi i contatti attraverso Maurizio Micheli, il braccio destro di Giuntoli, e il lavoro d’équipe coinvolge all’epoca anche Gattuso che s’informa con Kaladze sugli aspetti caratteriali del suo connazionale. La cifra richiesta resta un tabù, soprattutto per una società che non si qualifica per la Champions e nello scorso mercato fa i conti con il bilancio e non spende. La lungimiranza però diventa perseveranza ed è il vero segreto di un acquisto adesso molto reclamizzato. Mai Giuntoli e Micheli mollano la presa su Zaccardo e gli agenti del giocatore, aspettando il momento giusto per colpire. Che arriva con l’addio di Insigne e coincide con lo scoppio della guerra in Ucraina. Il Rubin è costretto a cedere il suo gioiellino a un prezzo imprevisto, il Napoli fiuta l’affare e anticipa altre italiane come Roma, Juve e Sassuolo che iniziavano a pensarci seriamente, forte di una corsia preferenziale costruita nel tempo.

La tifoseria azzurra spera che possano individuare, anche in futuro, altri rinforzi giovani promesse in grado di potenziare la prima squadra.

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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