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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Narcotraffico con le macchine a sistema: la tecnica utilizzata dai maranesi

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Nella maxi operazione condotta dai carabinieri e della Dda di Napoli contro il narcottraffico, che ha portato all’arresto di ben 29 persone, si dà ampio spazio all’importanza dell’utilizzo delle ‘macchine a sistema’, che consentiva alle due organizzazioni criminali coinvolte di trasportare lo stupefacente, riducendo al minimo i rischi.

Macchine a sistema, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia

Nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Maria Laura Ciollaro, viene riportato un interrogatorio del collaboratore di giustizia Andrea Lollo nel corso del quale identificava i fratelli Vincenzo e Salvatore Della Monica di Marano, ponendoli in collegamento con Bruno Carbone per il traffico di cocaina.

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Parlando dei Della Monica, Lollo si sofferma sull’utilizzo da parte loro di auto con il ‘sistema’ per occultare lo stupefacente.

“So che almeno nel 2017-2018 Della Monica e il suo gruppo utilizzavano per il
trasporto di droga le macchine con “il sistema77. So di questa circostanza perché me lo riferì Marco Simioli facendo anche riferimento ad un episodio specifico nel corso del quale,
durante un controllo della Polizia di Stato, Della Monica riuscì a salvare 10 chili di cocaina
in virtù del “sistema” che era sotto i sediolini anteriori. Si trattava di un sistema meccanico che funziona in collegamento con la cintura di sicurezza. Al termine del controllo, insospettiti, controllarono la vettura e trovarono una microspia dentro l’auto. So che avevano dei meccanici che facevano “i sistemi” nella zona di Oualiano”.

Ineffetti, le ‘macchine con il sistema’ a disposizione dell’organizzazione criminale erano diverse, così come erano diversi i ‘sistemi’ per poter trasportare e nascondere la droga.

Nel corso dell’indagine si accertava, infatti, che l’organizzazione, per le proprie attività illecite, aveva a disposizione un parco di autovetture, alcune intestate a membri del sodalizio come Emanuele Pisa e Raffaele De Sica di Marano ed altre a terze persone esterne.

Così evitavano sequestri ed arresti

Il gruppo, infatti, potendo contare su una vasta disponibilità economica, preferiva utilizzare le autovetture da loro individuate dotandole di un collaudato sistema creato ad hoc per
l’occultamento del narcotico e dei soldi nel corso dei trasporto.
Tali precauzioni erano dettate dal fatto di evitare di incorrere in controlli delle forze di polizia con conseguenti sequestri, laddove venissero intercettati con a bordo lo stupefacente.

Le macchine a sistema utilizzate per trasportare la droga

Alfa Mito: il cosidetto ‘sistema’ era costituito da due scompartì segreti posti nel longherone posteriore del portabagagli, agli stessi vi si accedeva attraverso la rimozione del rivestimento in plastica dello stesso bagagliaio.
Tali vani non erano di serie dell’autovettura bensì ricavati artigianalmente al fine di occultare stupefacente o altri oggetti o cose.

Fiat Punto Evo di colore nero, trovata in possesso ad Emanuele PISA, dotata nel bagagliaio posteriore di un ‘sistema’, doppio fondo costruito dagli indagati per trasportare, occultare e consegnare la sostanza stupefacente; anche in questo caso il ‘sistema’ era costituito da due scomparti segreti posti nel longherone posteriore del portabagagli ed agli stessi vi si accedeva attraverso la rimozione del rivestimento in plastica dello stesso bagagliaio.

Autovettura Citroen, che presentava un sistema artigianale di occultamento ricavato nel vano porta ruota di scorta Fiat Ducato, che presentava anch’esso un sistema artigianale, molto ampio, di occultamento ricavato sotto il vano di carico.

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