Cappelle che soccombono alle intemperie. Infiltrazioni così profonde da rendere i mattoni di tufo delle vere e proprie spugne. Qualcuno per salvare i loculi si è armato di inventiva e ombrelli. Ma è – e sarà – tutto inutile, ovviamente. Andrebbero effettuati dei lavori di ristrutturazione su larga scala per salvare la maggior parte delle nicchie vittime del tempo. Andrebbero realizzati degli studi di fattibilità perché, come da prassi, vanno comunque rispettati vincoli architettonici ben precisi. Intanto i mesi si susseguono troppo velocemente e il tufo è sempre più inzuppato, pesante e fragile. Come le speranze dei parenti dei defunti del cimitero di Fuorigrotta. In un video diffuso da il Mattino, si poteva costatare quale fosse la situazione. Ve lo riproponiamo qui su InterNapoli, prima di raccontarvi il resto della storia.
Le immagini registrate nel cimitero di Fuorigrotta, lo scorso aprile
Dal prossimo giugno, niente più luce nel cimitero di Fuorigrotta
Il proseguo della storia presenta anche il triste epilogo. Dal prossimo 15 giugno, si spegneranno le luci nel cimitero di Fuorigrotta. Per una decisione paradossale delle due Arciconfratenite proprietarie del cimitero, è stato chiesta (al Tribunale di Napoli) e ottenuta l’interruzione del contratto quarantennale con la Seci. L’Arciconfraternite SS. Sacramento Maria SS.ma del Rosario e S.Francesco di Paola della Diocesi di Pozzuoli, con questa decisione, non hanno solo spento le luci del cimitero di Fuorigrotta. Hanno, in breve, lasciato 15 persone senza lavoro, con tutti i problemi annessi. La Seci è rimasta letteralmente senza parole: «Come Seci avevamo un diritto di prelazione nel caso in cui le Arciconfraternite si fossero rivolte a un’altra ditta. Loro si sono si rivolti al Tribunale. Abbiamo chiesto più volte di poterli incontrare, ma niente di fatto». Intano i cittadini hanno manifestato il loro dissenso. Ma dalle Arciconfraternite nessun segnale.