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venerdì, Aprile 19, 2024
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Finge di avere il cancro e organizza una raccolta fondi per pagarsi i debiti di gioco

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Finge di avere il cancro alle ovaie e lancia una raccolta fondi sul web. Ma quei soldi non servivano per le cure, bensì per pagarsi i debiti di gioco. L’unica malattia di cui è affetta Nicole Elkabbas, 42enne residente nel Regno Unito, è infatti solamente la ludopatia.

Una truffa in piena regola che, fino al momento in cui è stata scoperta, le aveva fruttato oltre 51mila euro in pochi mesi. Soldi donati da circa 600 persone, convinte di aiutare una giovane donna a salvarsi la vita ma che in realtà erano stare raggirate e truffate. L’enorme quantità di denaro veniva usata dalla donna per saldare i debiti ma anche per continuare a giocare d’azzardo, viaggiando in tutta Europa.

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Ad incastrare Nicole Elkabbas un medico che un giorno si è imbattuto nel suo annuncio e si è insospettito per la foto che lo accompagnava, dove non comparivano certo i macchinari utilizzati per le cure contro il cancro. Così, ha segnalato la raccolta fondi alla polizia britannica che ha aperto un’indagine e smascherato la truffa. La 42enne è stata condannata a due anni e nove mesi di carcere e a restituire la somma totale delle donazioni alle vittime della sua truffa, costituitesi parte civile nel processo.

La storia di Nicole Elkabbas raccontata dalla Bbc

Nessuna malattia, Nicole Elkabbas gode di ottima salute ma, a causa della sua ludopatia, si è ritrovata piena di debiti. Ha così pensato di sfruttare la generosità e il buon cuore dei cittadini per rientrare delle insolvenze e concedersi qualche lusso extra. Il tutto è partito dai suoi profili social dove la donna informava di avere un cancro alle ovaie e chiedeva l’auito delle persone tramite una raccolta fondi lanciata sulla piattaforma web GoFoundMe per raccogliere la cifra necessaria a farsi curare in un centro d’eccellenza in Spagna. Per rendere il tutto più credibile aveva usato anche una foto che la mostrava in un letto d’ospedale: peccato che si trattasse di uno scatto del 2017, quando era stata ricoverata per un intervento di routine pagato dalla sua assicurazione privata.

 

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