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giovedì, Marzo 28, 2024
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“Non c’era nessuna festa”, il titolare di ‘Tenimmoce Accussì’ difende Tony Colombo

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“Ieri sera abbiamo avuto un normale controllo della polizia per il rispetto delle norme anti-Covid. Vogliamo chiedere scusa ai nostri clienti e in particolare a Tony Colombo e alla moglie. Volevo precisare che non c’era alcuna festa in corso, ma solo tante persone a cena”. Sono queste le parole del titolare del locale di Casalnuovo, finito nell’occhio del ciclone dopo che l’altra sera gli agenti dei commissariati di Acerra e Afragola avevano sorpreso 43 persone sedute ai tavoli. All’interno della nota diffusa ieri si faceva riferimento ad una festa di compleanno, che il titolare ha però smentito: Erano qui per cenare“.

La smentita dell’entourage di Tony Colombo

L’entourage di Tony Colombo ha smentito la notizia che voleva tra i multati anche il noto cantante neomelodico: “Alle 21.45 circa ha finito di cenare ed è uscito dal locale nel momento dell’arrivo delle forze dell’ordine. Tony non ha partecipato a nessuna festa ma ha semplicemente cenato dopo essere stato ospite di una nota trasmissione televisiva. Entro le 22 era già fuori dal ristorante per tornare a casa”.

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Il lancio della notizia [ARTICOLO 30 APRILE 2021]

Ieri sera il cantante neomelodico Tony Colombo è stato multato a Casalnuovo per inottemperanza alle misure anti Covid-19 in quanto sorpreso al di fuori del proprio domicilio oltre l’orario consentito. Colombo era appena salito a bordo di un’auto insieme ad altre tre persone, tutte multate dagli agenti della polizia di Stato.

TONY COLOMBO AL RISTORANTE

I quattro si trovavano all’esterno di un ristorante all’interno del quale gli agenti dei commissariati di Acerra e Afragola. Intervenuti per la segnalazione della presenza di numerose persone, sorprendevano 43 persone, tutte tra i 18 e i 57 anni. Erano sedute ai tavoli intente a consumare cibi e bevande e a festeggiare un compleanno.

Tutti sanzionati per inottemperanza alle misure anti Covid. Anche il direttore del locale, un 44enne di Aversa, perché consentiva le consumazioni negli spazi interni e perché l’esercizio commerciale era aperto oltre l’orario consentito. Infine disposta la chiusura della struttura per cinque giorni.

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