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giovedì, Aprile 25, 2024
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Adulti conquistati da balletti e canzoni trends, le radici di Tiktok in ‘Non è la Rai’

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Negli ultimi anni i video di TikTok sono finiti al centro delle polemiche a causa dei contenuti pubblicati sul social cinese poi divenuti virali. Il successo della piattaforma è stato decretato, però, dalla funzione che permette agli utenti di realizzare i balletti e cantare le canzoni in playback. Inizialmente questo fenomeno è stato criticato, soprattutto, dagli adulti che vedevano i loro figli e nipoti dimenarsi davanti la videocamera del telefonino, completamente avulsi dal contesto, ma oggi Tiktok ha conquistato anche genitori, zii e nonni.

Il successo intergenerazionale non è stato casuale poiché questi comportamenti erano già stati diacronicamente introiettati dal pubblico televisivo attraverso il programma tv Non è la Rai. Dunque i ciclici episodi di social-indignazione pubblica appaiono astorici rispetto alla trasformazione antropologica degli italiani realizzata a partire dagli anni ’90 dalle reti televisive di Silvio Berlusconi.

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NON E’ LA RAI TRA CANZONI IN PLAYBACK E BALLETTI

Il programma televisivo è andato in onda sulle reti Mediaset dal 1991 al 1995 e già dalla prima puntata emerse l’impatto devastante che in seguito avrebbe avuto sulla cultura pop. Non è la Rai venne ideato da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo, i due autori costruirono un format di intrattenimento destinato, inizialmente, alle casalinghe. Dunque ragazze giovanissime vennero catapultate davanti alle telecamere alle prese con balletti, canzoni in playback e giochi a premi: tutti i contenuti-totem berlusconiani che venivano indirizzati verso il pubblico dei giovani.

Spesso riuscirono a decretare l’enorme successo di alcuni brani musicali come nel caso di Please don’t go dei KC and the Sunshine Band poi esploso nel remake da discoteca dei Double You. Gran parte del programma era basato sulle esibizioni canore in playback, solitamente, arrangiate dal musicista Stefano Magnanensi con l’ausilio di voci prestate da alcune vocalist. Talvolta ad alcune ragazze venne concesso di incidere le canzoni con la propria voce.

IL CORPO DELLA RAGAZZE E LA PUBBLICITA’

In poco tempo i vestiti corti e i tuffi in piscina delle aspiranti starlette entrarono nell’immaginario dei telespettatori di ogni età, infatti, la fascia oraria in cui veniva trasmessa Non è la Rai divenne molto ambita dagli inserzionisti pubblicitari. I corpi delle piccole Lolite riuscirono a trasformare i giovani telespettatori in precoci consumatori, senza dimenticare l’effetto conturbante dei corpi della ragazze sul pubblico adulto.

Già nell’edizione del 1992 il programma suscitò polemiche accese. “E’ un gioco pericoloso: il programma di Boncompagni può creare modelli patologici nei ragazzi più fragilidenunciò il presidente del Telefono Azzurro, Ernesto Caffo Facendogli perdere il senso del rapporto tra finzione e realtà, come rivela il fenomeno delle telefonate. Si gioca con queste cose senza pensare alle conseguenze. Nel programma si dà riscontro ad un desiderio molto forte, avviene un’unione e questo può far perdere ai ragazzi psicologicamente più deboli il confronto con il reale, può indurli a cercare la propria identità in un falso sé“.

LE RAGAZZE DI NON E’ LA RAI

Alcune delle protagoniste dello show iniziarono sulle reti del Biscione le loro carriere di attrici, cantanti, conduttrici televisive e attrici comiche tra cui Ambra Angiolini, Antonella Elia, Miriana Trevisan, Laura Freddi, Alessia Merz, Claudia Gerini, Yvonne Sciò, Pamela Petrarolo, Nicole Grimaudo, Ilaria Galassi, Sabrina Marinangeli, Stella Rotondaro, Alessia Mancini, Romina Mondello, Antonella Mosetti, Veronika Logan, Cristina Quaranta, Sabrina Impacciatore, Lucia Ocone, Emanuela Panatta, Barbara Gilbo, Soraya Castillo, Alessia Barela, Karin Proia, Veronica Cannizzaro, Annalisa Mandolini, Maria Monsè, Francesca Pettinelli, Angela Di Cosimo. 

AMBRA E IL SUGGERITORE POLITICO

Negli anni si susseguirono alla conduzione del programma Enrica Bonaccorti e Paolo Bonolis che vennero sostituiti da Ambra Angiolini, la presentatrice giovanissima, però, era eterodiretta da Boncompagni attraverso l’auricolare. Il successo di Non è la Rai venne utilizzato da Berlusconi nella campagna elettorale del 1994, infatti, l’inesperta conduttrice lanciò diversi endorsement politici nei confronti del proprietario delle reti Mediaset: “Il Padreterno tiene per Berlusconi e Satana tiene per Occhetto“.

Ambra tornò a parlare di quell’episodio dalle pagine della rivista L’Espresso nel 2017: “E’ stato Gianni Boncompagni a suggerirmi la frase il Padreterno sta con Forza Italia, il diavolo con Occhetto. Poi aggiungo qualcosa di mio, ci gioco sopra. Come è avvenuto in questo caso. A me non interessava nulla di Berlusconi, né di Occhetto. Né tuttora mi interessa. E poi in puntate precedenti avevo detto che Satana teneva per Berlusconi e quindi anche lui era un dannato. Abbiamo mischiato le cose mille volte”.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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