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sabato, Aprile 27, 2024
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Omicidi, attentati e video su Tiktok: così i clan combattono la faida a Ponticelli

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Non solo bombe e proiettili, la faida di Ponticelli viene combattuta anche sui social. Infatti alla camorra non basta condurre omicidi, attentati e stese ma vuole prendersi gioco pubblicamente dei suoi nemici. Intanto il quartiere di Napoli est continua a vivere nel terrore causato da una guerra di camorra che ebbe inizio nel settembre del 2020. Il violento scontro tra i De Luca Bossa e i De Micco-De Martino è stato ricostruito nell’ultima ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Maria Luisa Miranda.

LA FAIDA CONFERMATA DAL PENTITO

La faida è stata confermata da Antonio Pipolo, che dopo aver ucciso Carlo Esposito e l’innocente Antimo Imperatore nel luglio del 2022, si è presentato in Procura per iniziare la sua collaborazione con la giustizia. Quindi le sue dichiarazioni confermerebbero la contrapposizione tra i De Luca Bossa e i De Micco-De Martino, così come riferito in precedenza da altri due collaboratori di giustizia Rosario Rolleta e Tommaso Schisa.

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Pipolo è appartenuto al gruppo di Roberto Boccardi, affiliato al clan De Micco, e per un breve arco temporale ha fatto parte del cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella. Dunque il pentito ha vissuto l’inizio della lotta partecipando alla sua evoluzione. Secondo lui la rottura definitiva con i De Luca Bossa sarebbe avvenuta dopo la scarcerazione di Marco De Micco risalente al maggio 2021, anche l’omicidio di Carmine D’Onofrio ha influito sulla acuirsi delle tensioni.

«Faccio parte del clan De Micco, e ho saputo che c’era stato un summit tra i De Micco, i De Martino, i Mazzarella e i De Luca Bossa nel corso del quale hanno deciso di uccidermi perché ritenevano che io fossi quello più debole, nel senso che in caso di arresto avrei potuto collaborare con la giustizia». Sono queste le prime, esplosive dichiarazioni, di Antonio Pipolo, da qualche mese collaboratore di giustizia e colui che con le sue dichiarazioni ha di fatto messo a nudo tutti i misfatti della camorra di Ponticelli a partire dalle ultime ordinanze eseguite la scorsa dai carabinieri nei confronti di sei indagati appartenenti ai De Luca Bossa, tra cui Christian Marfella indicato come il reggente del gruppo del lotto 0 (leggi qui l’articolo).

ATTENTATI, OMICIDI E BOMBE

Sono tanti gli attentati commessi tra la fine del 2020 e nel 2021. Nel mirino dei killer sono finiti Salvatore Chiapparelli, Fabio Risi, Luigi Aulisio, Rodolfo Cardone, Rosario Rolletta, Giuseppe Righetto, Ciro Cotugno, Giuseppe Damiano: tutti sono scampati agli agguati. Invece sotto i colpi della camorra sono morti Salvatore De Martino, Giulio Fiorentino e Carmine D’Onofrio.

Inoltre i residenti dei rioni di Ponticelli da tempo sono stati terrorizzati dalle continue esplosioni: ordigno terrorizza in via Crisconio nel 18 marzo 2021; il 11 maggio 2021 venne distrutta la Smart utilizzata da Francesco Clienti in via Vera Lombardi e lo stesso giorno una bomba fu piazzata sul cavalcavia in via Esopo. Il 28 settembre 2021 venne piazzato un ordigno nei pressi l’abitazione della famiglia De Micco.

L’inchiesta della DDA di Napoli ha riguardato anche le 3 esplosioni di ordigni avvenute nella notte dello scorso 23 luglio. Purtroppo Ponticelli resta teatro di raid armati e attentati esplosivi che sono tutti inquadrabili nell’attuale nella faida combattuta per ottenere il controllo del territorio.

LO SFOTTO’ SU TIKTOK

Agli inizi di luglio 2021 una stesa (un raid in cui gruppi di camorristi sparano a casaccio sfrecciando a bordo di motociclette) scatenò il panico nei pressi di un bar frequentato da uomini dei De Micco. La sparatoria non provocò feriti, infatti, furono colpite soltanto auto in sosta appartenenti a ignari abitanti del quartiere. Risvolto sul quale i Bodo avrebbero ironizzato in alcuni video postati sul social TikTok: “Sit Stat Capac e fa mettr e giubott anti proiettili e palumb. Giusto per ricordarvelo“.

LE ALTRE RAGIONI DELLA FAIDA

Bombe a Ponticelli, la faida nata per le ‘mesate’ ai detenuti

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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