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venerdì, Aprile 19, 2024
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Omicidio a Ponticelli, ucciso il ras ‘Cap e guerr’: una tangente non pagata dietro l’esecuzione

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E’ stato ucciso nel cuore del rione che avrebbe ereditato dopo l’arresto di Luigi Austero. L’obiettivo ieri dei killer era proprio lui, Salvatore De Martino, 46enne da tutti conosciuto come ‘Cap e guerr’ e, secondo le ultime informative, organico proprio al gruppo egemone al lotto 0, i De Luca Bossa. Ferito invece l’uomo che, secondo le prime notizie trapelate, era in sua compagnia, Salvatore Scarpato. Inutile il trasporto in ospedale per il primo mentre il secondo, colpito alla schiena, se l’è cavata con una prognosi di quindici giorni. ‘Cap e guerr’ era un volto conosciuto alle forze dell’ordine: da ex militante del clan Sarno era poi transitato nelle fila dei gruppi orbitanti nelle Case Nuove per poi ritornare alla ‘casa madre’. Gli inquirenti sono sicuri: dietro la sua morte vi sarebbe la volontà del ras di non pagare la tangente per le piazze e dunque questa ‘alzata di testa’ potrebbe essergli costata cara. Un’epurazione interna. Si sgonfia dunque, almeno per il momento, la pista che porta al gruppo contrapposto a quello di De Martino (soltanto omonimo del giovane ritenuto reggente del clan avverso) e in particolare l’ipotesi che gli ‘XX’  avrebbero così vendicato la morte di Giulio Fiorentino, trucidato al rione Fiat lo scorso marzo in pieno lockdown (leggi qui l’articolo).

La guerra di Ponticelli raccontata dai pentiti

Sono stati i collaboratori di giustizia a descrivere la guerra in corso a Ponticelli tra i De Luca Bossa (alleati con i Casella) e i De Martino ‘XX’. Una guerra iniziata con le minacce ai pusher delle piazze di Ponticelli per cercare di sopraffare gli avversari. Grazie al contributo dei collaboratori di giustizia che hanno raccontato il ruolo e i profili dei giovani impegnati nelle minacce ai pusher del Rione De Gasperi. Rosario Rolletta, ex voce di dentro prima dei De Micco e poi dei De Martino ha spiegato questa nuova fase della guerra. Il suo ultimo verbale datato 10 marzo è significativo: «Ciro Uccella appartenente al clan De Martino per il quale si occupa di estorsioni. Riconosco Vincenzo Di Costanzo detto ‘o gabibbo il quale è un tuttofare del clan e nello specifico custodisce le armi, vende la droga ed esce per fare gli agguati. Salvatore Cardillo si occupa prevalentemente di estorsioni e di recupero delle armi. Pietro Frutto si occupa di estorsioni e di armi».

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Il pentito Rolletta contro i De Martino ‘XX’

Rolletta poi si sofferma sulle minacce e sulle ritorsioni messe in atto ai pusher della zona: «Nel periodo di settembre/ottobre 2020, quando il gruppo De Martino si era già scisso dal cartello per le ragioni che ho già indicato, ci contrapponevamo ai De Luca Bossa-Casella anche nelle estorsioni alle piazze. Nel Rione De Gasperi vi sono due piazze di spaccio di crack gestite rispettivamente da “o’Nippolo”. di cui non conosco il nome e da (….) dalle quali prendevamo la settimana. A prendere le quote dalle piazze erano principalmente Pietro Frutto ed Alessio, nonché il Gabibbo. Ricordo che mandammo a chiamare o’Nippolo appena avvenne la spaccatura e lui non si presentò, motivo per cui Pietro Frutto ed Alessio sottrassero al figlio un’autovettura di colore bianco che venne restituita solo quando il Nippolo e (…) vennero a portarci 3.500 euro, accordandosi per il pagamento di una quota al nostro gruppo. Per un breve periodo queste due piazze di spaccio hanno pagato sia noi che i Minichini-De Luca Bossa-Casella».

Le minacce degli XX alle famiglie dei pusher:«Vi piazziamo una bomba sotto casa»

A sostegno di queste dichiarazioni ci sono poi anche delle intercettazioni che vedono come protagonisti due dei fermati di ieri, Pietro Frutto e Ciro Uccella. Quest’ultimo si rivolge ad una donna e con tono minaccioso le dice:«Dovete fare un’imbasciata al figlio del nippolo che lui qui non deve vendere più nè lui nè la madre, mi devono portare 5mila euro ma non devono fare niente più». Nella conversazione poi interviene Frutto che minaccia la donna di consegnare il denaro, in caso contrario potrebbe posizionare un ordigno presso la loro abitazione asserendo che, nel quartiere, si starebbe sottovalutando la forza degli XX:«Vi stiamo facendo un piacere pure a voi….Sì….”ò Tarali” ha una chance in più perché si è sempre comportato bene, Francesco! Altrimenti stasera vengo, gli metto una bomba fuori la porta e lo faccio saltare in aria! Così….a zia…Voi gli dite queste parole….Sì è messo a vendere l’erba».

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