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sabato, Maggio 4, 2024
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Omicidio a Ponticelli, vendetta tra clan o lite: le due piste del delitto Errico

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Emanuele Errico è stato ucciso per mandare un messaggio a quelli del Conocal e del Lotto 0 o perchè si è reso protagonista di uno ‘sgarro’ a qualcuno. Sono queste le piste maggiormente seguite dagli inquirenti impegnati in queste ore a ricostruire il delitto di via Al Chiaro di luna. Secondo alcune fonti confidenziali Errico (conosciuto nel quartiere col soprannome di Pisellino) era vicino al neonato gruppo Minichini-Schisa che in questi mesi starebbe cercando di allargarsi a Ponticelli e dintorni (gli stessi Schisa sono originari di Brusciano). Il gruppo è inoltre vicino al clan Rinaldi del rione Villa, una vicinanza già emersa con l’ordinanza che il mese scorso colpì il boss Ciro Rinaldi (poi scarcerato dal Riesame) e membri proprio del gruppo del lotto 0 tra cui Anna De Luca Bossa in merito al duplice omicidio Cepparulo-Colonna: quest’ultima è la madre di Antonio Minichini ucciso in un agguato al Conocal nel gennaio 2013. E Minichini junior era tra gli amici di Errico che in più occasioni, sui social, aveva dedicato un pensiero all’amico. L’altra pista ‘calda’ maggiormente tenuta in considerazione dagli inquirenti è quella di una lite nell’ambito degli affari criminali del Conocal: il giovane Errico, questa la tesi, avrebbe avuto un diverbio con qualcuno che avrebbe così deciso di fargliela pagare. Qualcuno che veniva dal Conocal o da qualche rione vicino. Qualcuno che ‘Pisellino’ conosceva e che avrebbe indotto il 19enne a violare la misura dei domiciliari. Ventiquattr’ore prima del delitto, ed è questo un altro dato che fa riflettere gli inquirenti, nel rione sono stati incendiati alcuni scooter: si è trattato di un rogo di ampie dimensioni che ha reso per qualche ora inagibili alcuni appartamenti e rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Quest’episodio potrebbe essere direttamente legato all’omicidio di ‘Pisellino’.

Una concatenazione di affetti e di legami dunque che, secondo gli inquirenti, potrebbe rivelarsi decisiva per evidenziare la traccia alla base del delitto. Alle ipotesi investigative vi è da aggiungere che due giorni prima l’omicidio c’è stata una stesa al corso Protopisani di San Giovanni a Teduccio, feudo dei D’Amico-Mazzarella, acerrimi nemici del neogruppo. Una settimana fa invece era rimasto ferito in un agguato Salvatore Salomone, cognato di Gennaro D’Amico. Ecco che dunque la ‘spedizione punitiva’ di ieri sera comincia sempre più ad assomigliare alla solita vendetta trasversale tra gruppi avversi con i Mazzarella-D’Amico decisi a spezzare sul nascere ogni velleità di conquista da parte del nuovo gruppo. Sangue che chiama altro sangue sulla pelle di un’intera periferia lasciata alla mercè di criminali senza scrupoli.

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