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martedì, Aprile 23, 2024
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Omicidio Apicella, il pianto di uno dei banditi davanti al pm:«Dovevo morire io»

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«Dovevo morire io». Sono queste le prime parole pronunciate da Fabrizio Hadzovic davanti al pubblico ministero nel primo interrogatorio per l’omicidio di Pasquale Apicella, l’agente scelto del commissariato di Secondigliano travolto e ucciso due giorni fa su Calata Capodichino. Hadzovic, residente nel campo rom di Giugliano, in sintesi ha ammesso le sue responsabilità raccontando:«Guidavo io l’Audi, sono io che ho imboccato contromano la strada. Quando mi sono accorto che stavamo impattando contro la volante della polizia ho frenato ma non c’è stato nulla da fare per evitare l’impatto. Quando siamo fuggiti da via Abate Minichini ho pensato solo a correre, quando ho visto quell’auto ripeto ho provato a frenare con quanta forza avevo, avrei preferito morire io». Il dato nuovo che emerge è che Hadzovic e gli altri indagati (Amir Hadzovic, Igor e Renaro Adzovic) hanno ammesso di essere coinvolti nel tentato raid alla Credit Agricole di via Abate Minichini e della filiale Deutsche Bank di via Pio XII a Casoria (come anticipato ieri da Internapoli) ma non di aver deliberatamente ucciso l’agente. Per loro l’accusa è pesantissima: omicidio volontario. Secondo la ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine la banda, proveniente dal campo rom di Giugliano, avrebbe tentato quella stessa sera il colpo alla Deutsche Bank di Casoria con l’ormai consolidata tecnica della ‘spaccata’: a dare conferma alle ipotesi investigative le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’istituto di credito. Ma c’è anche dell’altro. Proprio in virtù della tecnica utilizzata dai quattro gli inquirenti non escludono che la banda possa essere responsabile di altri due colpi effettuati presso banche dell’area nord.

In sintesi i quattro rom hanno dichiarato di non aver avuto alcuna intenzione di puntare dritto contro la volante ‘Secondigliano 11’ con a bordo Apicella e il suo collega, l’assistente capo Salvatore Colucci (rimasto ferito nello schianto). Una linea che è però tutta da dimostrare, linea difensiva tenuta in piedi dai legali dei quattro (Giulia Manna per Igor Adzovic, Raffaella Pennacchio per gli altri tre indagati). Contro di loro comunque restano accuse pesantissime avallate anche dai loro precedenti: gli Hadzovic infatti nel luglio del 2017 furono arrestati dai carabinieri della compagnia di Giugliano per un altro furto con ‘spaccata’ avvenuta presso un bar di Sant’Antimo (leggi qui). Il sospetto è che i quattro possano essere coinvolti in altri colpi simili avvenuti negli ultimi tempi nell’area nord.

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