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Omicidio Giaccio, la sentenza per il clan Polverino attesa per il 12 dicembre

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Iniziata con la lettura della relazione il processo di appello che vede imputati i mandanti dell’omicidio di Giulio Giaccio, assassinato il 30 luglio del 2000 e sciolto con l’acido dopo essere stato scambiato per un certo Salvatore “colpevole” di intrattenere una relazione sentimentale con la sorella dell’affiliato al clan Polverino Salvatore Cammarota.
Si tratta di Luigi De Cristofaro e Salvatore Simioli e di colui che è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, Raffaele D’Alterio. Tutti sono stati condannati lo scorso febbraio dal giudice Provvisier a trent’anni di reclusione in primo grado ma escludendo l’aggravante mafiosa.

Confidiamo nei ricorsi in Cassazione per gli esecutori materiali affinché Giulio Giaccio venga riconosciuto vittima della camorra“, ha detto l’avvocato Alessandro Motta, legale della famiglia Giaccio, che ha già inoltrato richiesta alla procura generale affinché presenti ricorso in Cassazione per il riconoscimento dell’aggravante mafiosa relativamente all’altro procedimento, quello che ha visto le condanne ridotte in secondo grado per Salvatore Cammarota (16 anni con l’attenuante equivalente in relazione a un’offerta da circa 200mila euro fatta alla famiglia) e per Roberto Perrone a cui sono stari comminati 8 anni (gli venne riconosciuto il concorso anomalo) e infine una conferma a 30 anni per il terzo imputato Carlo Nappi. Il prossimo 3 dicembre è prevista la discussione del sostituto procuratore generale di Napoli mentre la sentenza è attesa per il 12 dicembre.

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