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lunedì, Maggio 6, 2024
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Omicidio nel rione Berlingieri, ergastolo al genero del boss Amato

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Carcere a vita. Questa la sentenza emessa ieri dalla Corte d’Assiste di Napoli nei confronti di Raffaele Teatro, ras degli scissionisti e soprattutto genero del boss Raffaele Amato. Teatro era imputato in relazione all’omicidio di Francesco Feldi ‘o tufano ucciso al rione Berlingieri in un agguato camorristico il 19 febbraio 2011.

Per lo stesso delitto era imputato anche Carmine Amato che, diversamente da Teatro che aveva optato per il dibattimento, aveva scelto il rito abbreviato e, dopo aver ammesso le proprie responsabilità, era riuscito a cavarsela con soli vent’anni di carcere.

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OMICIDIO FELDI, LE PAROLE DEL PENTITO

Oltre a Giovanni Illiano, il primo a tirare in ballo i due in relazione al delitto avvenuto al rione Berlingieri, sono considerevoli anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Annunziata che si è concentrato sulla preparazione di quel delitto destinato poi a modificare gli assetti della mala dell’area nord. Nel verbale del 14 dicembre 2012 Annunziata ha rivelato ai magistrati: «Non conoscevo Francesco Feldi, ho saputo del suo omicidio da Mirko Romano che in quel periodo frequentavo assiduamente. Si deve comprendere che quando è stato ucciso Feldi Francesco, se non sbaglio era d’inverno comunque prima del luglio 2011 periodo in cui invece mi sono separato da Mirko Romano, quest’ultimo era molto legato a me e spesso dormiva a casa mia. Già nei giorni precedenti a questo omicidio sapevo che avevano in programma di uccidere qualcuno ma non sapevo di chi si trattasse. Sapevo questo perché ho preparato con lui le armi per questo omicidio, ricordo che erano tre pistole, non ricordo con precisione di che tipo, una era sicuramente a tamburo le altre erano automatiche ma non ricordo il calibro, forse una 38 ed una 57, ma non ne sono certo. Le pulimmo a casa mia ed oltre a me e Mirko Romano, Raffaele Teatro e un ragazzo che conosco come “Attanasio di Mugnano” (Attanasio Liguori ndr), persone che sono in grado di riconoscere. Io e Mirko provammo le armi al 13° piano della vela Rossa. Attanasio ricordo che venne a controllare le armi dopo che le avevamo provate e portò anche la macchina che doveva essere utilizzata per l’agguato ed all’interno della quale, nel sistema, vennero nascoste, da me le armi. Era una Fiat Punto grigio scuro modello vecchio. Dopo aver commesso l’omicidio, la sera, Mirko venne a dormire da me e mi disse che avevano ucciso Feldi Francesco. Non entrò nel dettaglio, mi riferì solo alcuni particolari. Ricordo che mi disse di avere aspettato la vittima tutta la giornata e di averlo poi ucciso sotto la sua abitazione».

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