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giovedì, Aprile 25, 2024
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Scambio politico-mafioso, 8 arresti e sequestro da 16 mln di euro: sigilli anche alla casa di un ex calciatore della Juve

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Dall’alba di oggi, nel corso dell’operazione “Fenice”, 150 militari della Guardia di
Finanza di Torino, con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale
Antimafia, stanno eseguendo 8 misure cautelari in carcere, emesse dal G.I.P. del
Tribunale di Torino, a carico di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di
associazione per delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso,
reati fiscali per 16 milioni di euro.
Nel medesimo contesto sono in corso provvedimenti di sequestro per milioni di
euro su 200 tra imprese, immobili e conti correnti, eseguiti in Piemonte, Lombardia,
Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

L’attività in parola è stata condotta dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di
Torino – G.I.C.O. della Guardia di Finanza e costituisce sviluppo dell’operazione
denominata “Carminius” che già aveva portato, nel marzo 2019, all’esecuzione di
un analogo provvedimento a carico di numerosi soggetti organici alla medesima
struttura ‘ndranghetista radicata nel territorio di Carmagnola ed operante nell’area
meridionale di Torino.

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Le successive investigazioni hanno messo in luce ulteriori figure di spessore
criminale, tra cui, in ordine di importanza, Onofrio GARCEA e Francesco
VITERBO, che hanno riorganizzato gli assetti del predetto sodalizio, intessendo
rapporti con un noto imprenditore torinese, Mario BURLÒ, con interessi sul
territorio nazionale e sponsor di varie squadre sportive, anch’egli destinatario della
predetta misura con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Quest’ultimo, con il costante sostegno garantitogli dai membri della cosca, ha
attuato uno strutturato sistema di evasione fiscale attraverso la creazione di più
società, formalmente non riconducibili allo stesso, tramite cui compiere indebite
compensazioni I.V.A. ed ottenere in tal modo considerevoli profitti. Il “sistema” così
elaborato ha permesso di accumulare indebite compensazioni per un valore
superiore ai 16 milioni di euro. Le indagini hanno fornito una chiara evidenza delle ragioni dell’intesa tra il sodalizio e BURLÒ: da un lato quest’ultimo, dovendo investire l’ampia liquidità realizzata tramite l’evasione fiscale, ha potuto perfezionare agevolmente acquisti immobiliari supportato dalla copertura e dalla protezione fornitagli dai membri
dell’organizzazione criminale. Allo stesso modo la cosca ha ottenuto illecitamente
ingenti profitti ed il controllo di attività economiche nello specifico settore
imprenditoriale.

La prima operazione realizzata tramite il suddetto pactum sceleris ha avuto ad
oggetto la villa appartenuta al noto giocatore di calcio Arturo VIDAL, recentemente
acquistata proprio da BURLO’ e oggi posta sotto sequestro, insieme ad altre
prestigiose proprietà, quali una decina di appartamenti nel resort GEOVILLAGE di
Olbia e alcuni ristoranti e bar del capoluogo torinese.
Nel prosieguo delle indagini è stato possibile appurare come la consorteria
‘ndranghetista, nelle persone dei citati GARCEA e VITERBO, abbia manifestato la
propria ingerenza anche in occasione delle Elezioni Politiche Regionali del 26
maggio 2019, nel corso delle quali ha stipulato un “patto di scambio” con il
candidato nella lista “Fratelli d’Italia” Roberto ROSSO, consistente nel pagamento
della somma di 15.000 euro in cambio della promessa di un “pacchetto” di
voti, avvalendosi della mediazione di Enza COLAVITO e Carlo DE BELLIS.
Come è noto, le elezioni si sono concluse con un ottimo risultato per il capolista di
Fratelli d’Italia nella circoscrizione di Torino e la nomina dello stesso ad Assessore
Regionale.
Dalle indagini è emersa la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari
circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori.
In questi giorni gli affiliati avevano in corso un’attività finalizzata alla importazione
dall’estero di un grosso quantitativo di stupefacente ed anche il perfezionamento di
operazioni di indebite compensazioni di crediti IVA per diversi milioni di euro e ciò
ha imposto la sollecita esecuzione della misura cautelare

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