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sabato, Luglio 5, 2025
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Polemica alle Olimpiadi, l’avversaria dell’atleta di Afragola Angela Carini è transgender

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“Io devo adeguarmi a quello che ha deciso il CIO, quindi domani andrò sul ring e darò tutta me stessa”. È il pensiero di Angela Carini, 25enne di Afragola che domani alle 12.20, in un match della categoria 66 kg, dovrà vedersela con l’algerina Imane Khelif, al centro di varie polemiche fra controlli sul testosterone a cura del CIO e i test dell’IBA sul Dna, che l’anno scorso evidenziarono cromosomi XY nell’organismo della nordafricana. Dall’entourage della nazionale di pugilato filtra anche preoccupazione per quanto potrà succedere, mentre il presidente della FPI Flavio D’Ambrosi preferisce affidarsi “a un silenzio istituzionale”.

L’inviata della Gazzetta Elisabetta Esposito, sulle pagine della Rosea, scrive: “Khelif è un’atleta transgender e fin qui non c’è nulla che possa far sussultare, ha diritto a prendere parte alle competizioni come donna, visto che ha superato i test d’idoneità di genere, noti come test di verifica del sesso. Ma quello che sta facendo discutere è che la pugile nordafricana, 25 anni, lo scorso anno era stata esclusa dalla finale dei Mondiali di pugilato proprio per aver fallito la verifica ormonale. Un anno fa no, quest’anno sì. E lo stesso vale per la taiwanese Lin Yu-tin, esclusa dai Mondiali, che il 2 agosto affronterà l’uzbeka Turdibekova. Il Cio, dopo gli ultimi esami, ha appurato che i parametri richiesti sono cambiati e le ha ammesse entrambe al torneo come donne”.

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Sulla vicenda è intervenuto anche il parroco di Caivano Don Patriciello: “Domani alle Olimpiadi si consumerà una grave ingiustizia nel silenzio generale. La nostra Angela Carini dovrà affrontare la pugile Imane Khelif e rischia di farsi molto male perché l’avversaria ha la forza di un uomo”.

Coni: “CIO garantisca diritti e regole sanitarie”

“Il Coni si è attivato con il Comitato olimpico internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari”, ha scritto il Comitato olimpico italiano in una nota, senza però alcun riferimento esplicito a Khelif.

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