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sabato, Aprile 20, 2024
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Dramma sconvolge famiglia di Napoli, uccide la moglie poi confessa: “Mi chiamava cornuto”

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Venerdì Raffaele Fogliamanzillo, originario di Torre di Annunziata, ha ucciso a coltellate la moglie Angela Avitabile mentre i nipotini dormivano nella stanza vicina. L’uomo ha colpito a morte la donna mentre si trovava a casa della figlia a Viserba di Rimini come riporta Lo Strillone che ha pubblicato le foto.  Dopo aver ammazzato la donna, Raffaele Fogliamanzillo, 62enne originario di Torre Annunziata, si è costituto spontaneamente in Questura: “Ho ucciso mia moglie perché mi ha detto che sono cornuto. Se andate a casa trovate il suo corpo”.

Si è presentato in questura a Rimini, ieri sera poco dopo le 22, il 62enne reo confesso dell’omicidio della donna con la quale aveva convissuto oltre 40 anni. Immediatamente gli equipaggi della squadra volanti della questura di Rimini sono andati sul posto indicato dall’uomo, un appartamento residenziale alla prima periferia della città, dove era già arrivata anche una pattuglia dell’Arma dei carabinieri allertata dalla figlia della coppia.

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FERITE ALLA GOLA

Nell’appartamento gli agenti hanno quindi trovato il corpo della donna con evidenti ferite da coltello alla gola. Secondo una prima ricostruzione fatta dalla squadra mobile, il femminicidio sarebbe avvenuto al culmine di una violenta lite. L’uomo con un coltello a serramanico avrebbe quindi colpito più volte al collo e all’addome. Il 62enne è stato quindi arrestato in flagranza e dopo l’interrogatorio reso durante la notte al magistrato e investigatori della polizia di Stato oltre che del difensore d’ufficio, è stato portato in carcere a Rimini.

ERA GIA’ STATO DENUNCIATO

Fogliamanzillo era già stato denunciato dalla moglie lo scorso 28 febbraio, il 62enne reo confesso di femminicidio. . Non era la prima volta che la donna chiedeva aiuto alle forze dell’ordine per le intemperanze del 62enne che risulta paziente del servizio igiene mentale all’Ausl per un disturbo certificato da sindrome ansiosa bipolare. Il 30 settembre aveva messo le mani al collo della moglie che però – pare – ai carabinieri avesse minimizzato rifiutandosi di procedere a denuncia.

LA PROCURA APRE UN FASCICOLO

Le minacce però non si erano fermate anzi, in Procura ci sarebbe un fascicolo per maltrattamenti in famiglia, aperto quando lo scorso 28 febbraio la donna ai carabinieri aveva denunciato le perduranti minacce subite dal marito. Sentita più volte, come ha riferito il procuratore capo Elisabetta Melotti, la donna non aveva mai parlato di atteggiamenti violenti del marito, ma solo di minacce dovute, secondo lei, ad una patologica gelosia.

Pur non sentendosi in pericolo di vita, la donna il 4 gennaio aveva chiesto l’intervento dei carabinieri e di un’ambulanza perché particolarmente scossa dalle minacce subite dal marito. Secondo gli inquirenti, la donna uccisa ieri sera aveva rifiutato il trasferimento in una casa protetta vivendo sullo stesso pianerottolo della figlia e quindi convinta di trovarsi al sicuro.

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