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venerdì, Marzo 29, 2024
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Raid al Roxy Bar a Roma, 7 anni a Casamonica: «Metodo mafioso»

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Sette anni di carcere e tre anni di libertà vigilata per violenza privata e lesioni aggravate dal metodo mafioso. È la pena inflitta oggi ad Antonio Casamonica per aver avallato e spalleggiato l’aggressione al Roxy Bar della Romanina, quartiere generale del clan, avvenuta il primo aprile del 2018. Stabilito anche un risarcimento di 20mila euro ciascuno ai due titolari del bar.

Momenti di caos e urla contro giudici, pm e giornalisti in aula alla lettura della sentenza. «Vergognatevi schifosi, l’Italia fa schifo» hanno urlato in aula i parenti di Casamonica. Accompagnati fuori dall’aula dalle forze dell’ordine, hanno poi minacciato e insultato i giornalisti: «Guai a voi se pubblicate le nostre foto». «Era già tutto scritto». «Legge di merda». «Solo perché siamo i Casamonica».

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Nel mirino di Casamonica e di due lontani cugini, Alfredo e Cristian Di Silvio (già condannati in un procedimento parallelo con le stesse imputazioni) una cliente del locale, invalida civile che si era permessa di contestare Casamonica che con atteggiamento arrogante e da boss «dava dei rumeni di merda…» ai titolari del bar. Alla battuta della donna «perché allora non vai a comprare le sigarette altrove» era scattato il pestaggio, con minacce finali «taci che è meglio», dopo averle tolto il telefono.

Per lo stesso episodio Alfredo e Cristian DI Silvio erano stati condannati col rito abbreviato rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 4 anni e 8 mesi, assieme al nonno Enrico Di Silvio (3 anni e 2), quest’ultimo accusato di tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso per aver tentato di far ritirare la denuncia del barista e della cliente con la minaccia «…allora volete la guerra».

Antonio Casamonica durante l’aggressione aveva passato la cinta ad Alfredo DI Silvio per picchiare la donna e poi lo aveva incitato.

Per Il rampollo di Casamonica, quel giorno arrivato al bar in Ferrari, il pm GIovanni Musaró aveva chiesto sette anni e quattro mesi. «Un gesto ostentato, da boss», aveva detto il pm in requisitoria.
La vittima dovrà essere risarcita con sessantamila euro. La notizia pubblicata dal Mattino.

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