Il condono edilizio diventa l’epicentro del terremoto politico in Campania a 6 giorni dal voto per le Regionali. Non è più solo un tema tecnico o una norma infilata nella manovra: è lo spartiacque della campagna elettorale, il terreno su cui Edmondo Cirielli e Roberto Fico si affrontano senza esclusione di colpi.
Da un lato Cirielli, che rivendica l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia come una battaglia di giustizia verso i campani. Dall’altro Fico, che bolla la proposta come un “ritorno agli slogan del passato”. Lo stesso passato da cui viene fuori il condono della villa di proprietà dell’ex presidente della Camera e di sua sorella a San Felice al Circeo, oggetto di un condono dal quale il grillino prova a prendere le distanze.
Cirielli all’attacco: «Un atto di legalità»
«Il condono edilizio è un’operazione di buon senso. Ai campani non fu consentito ciò che fu concesso ai cittadini di altre 19 regioni vent’anni fa. Lo ha detto la Corte costituzionale: fu un atto illegittimo. Ora si ripristina un’ingiustizia» – Ha detto Cirielli che non ha lesinato una stoccata al suo avversario: «Sono contento che Fico attacchi sia il condono per le case di necessità, sia i cento euro in più per le pensioni minime. Ha chiarito tutto: non vuole né uno né l’altro. I campani ne prendano atto».
Dal conto suo Fico bolla la proposta come un «ritorno agli slogan del passato. La Campania non può essere raccontata come la terra delle sanatorie, ma come quella della legalità e della rigenerazione urbana».
Nel pieno dello scontro arriva anche il caso della villa di San Felice al Circeo di Fico, oggetto di un condono, che l’ufficio stampa del grillino etichetta come come un’azione subita e non voluta dal candidato presidente del campo largo.
«La richiesta di condono non è mai stata fatta da Fico né dalla sua famiglia, ma dal precedente proprietario negli anni Ottanta. È falso sostenere il contrario».
Insomma, Fico non avrebbe chiesto il condono per la sua villa al Circeo, ma avrebbe certamente goduto dei benefici, non solo. In altre parole, il fatto che la richiesta fosse stata avviata dal vecchio proprietario non obbligava l’esponente del Movimento 5 Stelle a completarla. Il condono, infatti non essendo ancora stato rilasciato, non rappresentava un diritto acquisito, ma un opzione per il nuovo proprietario (nella fattispecie Fico) che, legittimamente, optò per il completamento dell’iter ed il conseguente rilascio del condono edilizio.
Alla fine, il nodo resta lì, duro come il cemento: Fico rivendica di essere sempre stato contrario ai condoni e di non aver presentato alcuna domanda. Ma la pratica ereditata dal vecchio proprietario gli ha comunque aperto una porta, e lui ci è passato. È questo il terreno su cui Cirielli affonda il colpo: non conta chi abbia chiesto il condono, conta chi ne ha beneficiato. E su questa contraddizione, la battaglia politica continua.

