Assoluzione dall’accusa di omicidio colposo perché il fatto non sussiste per il “guru” del centro Anidra Paolo Bendinelli. Invece un anno e quattro mesi per il medico della struttura Paolo Oneda. Questa la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Genova, presieduta da Annaleila Dellopreite, per la morte di Roberta Repetto, la genovese deceduta a quarant’anni per le conseguenze di un melanoma nell’ottobre 2020. La donna era seguita al Centro Anidra di Borzonasca, dove nel 2018 le era stato asportato un neo dalla schiena, senza anestesia, su un tavolo da cucina. Dopo l’asportazione non vennero eseguiti esami istologici esami istologici.
CHIESTI 16 ANNI IN APPELLO
In secondo grado il procuratore generale Isaia aveva chiesto la condanna a 16 anni per Bendinelli e a 14 anni per Oneda, entrambi per omicidio volontario. Le stesse pene erano state chieste in primo grado: allora le condanne per Bendinelli e Oneda erano state assai più lievi, tre anni e quattro mesi, per omicidio colposo, con rito abbreviato. Assoluzione per le accuse di circonvenzione d’incapace e violenza sessuale. Paola Dora, psicologa e compagna di Oneda (per lei la richiesta era di dieci anni), era stata assolta. E per lei non era stato presentato ricorso.
Nella struttura di Borzonasca, Roberta Repetto era stata curata, secondo l’accusa, con tisane e meditazioni. Il 9 ottobre di 4 anni fa era spirata al policlinico San Martino per le metastasi del melanoma. L’udienza a Palazzo di Giustizia si è svolta a porte chiuse: una camera di consiglio molto lunga, iniziata poco dopo le 9:30. I legali della famiglia della vittima, dopo che avranno letto le motivazioni della sentenza, presenteranno ricorso.
