Una fiaccolata da organizzare dopo i funerali che si celebreranno domani e l’auspicio, coinvolgendo il Comune di Napoli, di istituire qualcosa di tangibile che ricordi per sempre un ragazzo morto per guadagnare 30 euro. Gli amici di Salvatore Caliano, ancora immersi nel dolore, non vogliono dimenticare lo sfortunato 21enne precipitato e rimasto ucciso mentre stava pulendo un lucernario in un palazzo di via Duomo. ”Merita di essere salutato come si deve” afferma ad Internapoli.it Nico, amico fraterno di Salvatore ed anche lui un barista, dipendente del famoso bar Nilo di via San Biagio dei Librai.
È ancora scosso, ma tenta di farsi forza organizzando assieme agli altri amici un omaggio a Salvatore durante le esequie previste a Forcella, il quartiere di Caliano. È già pronta infatti la maglietta con il volto di Salvatore e la frase dedicata al giovane: ”Il tuo sorriso resterà stampato nelle nostre anime. Addio bomber, ci mancherai. I tuoi amici’‘.
Nico si rifugia nei ricordi: ”Sto lavorando perchè ho delle responsabilità, ma in questi giorni non riesco a non pensare a Sasy. Quante partite assieme, quante vacanze al mare con le famiglie. Abbiamo condiviso tutto, le serate fuori, le uscite nei weekend. Era sempre col sorriso sulle labbra, anche nei momenti più complicati dati dalle difficoltà economiche. Voleva crearsi una sua indipendenza, lavorava tanto per questo. Si era comprato un motorino e si era cambiato i denti. Doveva ancora pagare delle rate sia nell’uno che nell’altro caso e perciò non si fermava mai. Ma anche se era stanco da una lunga giornata, quando gli proponevamo qualcosa non si tirava mai indietro pur di stare insieme”.
Era in corso un torneo ai campi Kennedy nel quale anche Salvatore giocava, ora papà Luigi, anche lui calciatore, prenderà il suo posto in squadra. ”Siamo arrivati in finale. Ora vinceremo la coppa e gliela dedicheremo, anzi gliela porteremo a casa”, dice Nico che poi manda un messaggio all’amministrazione di Luigi de Magistris.
”Oltre alla fiaccolata, spero che il sindaco e il Comune possano darci una mano per dedicare qualcosa per Salvatore che resti nel tempo. Va lanciato il messaggio: non è vero che tutti quelli di Forcella sono delinquenti o sfaticati. Salvatore, io e tanti altri siamo l’esempio opposto perché scendiamo presto la,mattina per lavorare e guadagnare qualcosa per vivere. E poi ho appreso che qualcuno del palazzo dove è morto Salvatore avrebbe detto di averlo chiamato per farsi portare il caffè. Non è giusto liquidare la cosa così, il mio amico è morto per lavorare”.