Roselli, quando era latitante, fu arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Napoli e Caserta lin una villa a Sessa Aurunca, località Baia Azzurra, mentre stava dormendo.

L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Roselli era stata emessa dal Gip del Tribunale di Napoli il 30 marzo 2009. Gli vennero contestati i reati di associazione mafiosa ed associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

I poliziotti, giunti sul posto in gran numero, entrarono all’interno della villa mentre l’uomo, in compagnia della moglie, stava tranquillamente dormendo nella sua camera da letto. Nella villa, al momento dell’arresto, erano presenti anche i figli, la sorella ed i nipoti del latitante. L’uomo, soprannominato “Frizione”, era latitante da oltre un anno e rivestiva un ruolo rilevate anche nel sottogruppo al clan Amato-Pagano, gestito da Enzo Notturno detto “Vector”.

Roselli ha avuto un ruolo anche nel ridimensionamento del gruppo 167 di Arzano dei Cristiano (oggi anche loro pentiti)

 La funzione di cuscinetto gli Amato Pagano e i Cristiano sarebbe stata rivestita da Salvatore Roselli.

Nel corso dei colloqui, intercorsi tra Mariano Monfregolo, fratello di Giuseppe, e alcune donne della famiglia. Mariano raccontò alle donne, in più riprese, gli esiti di un incontro avuto con Frizione ai Sette Palazzi, spiegando che il gruppo di Arzano altro non era che un sottogruppo del clan Amato-Pagano, al cui vertice si collocavano i tre affiliati a quest’ultima compagine, ovvero Renato Napoleone e Francesco Paolo Russo, coadiuvati da Angelo Antonio Gambino, mentre i Cristiano (Pasquale ed il padre Piero), come lo stesso Giuseppe Monfregolo, erano solo i referenti sul territorio, che in quanto detenuti erano da lui rappresentati. Una delle donne riferì il contenuto di un’imbasciata che gli aveva mandato Giuseppe, ossia evitare incontri con Roselli perché “ci stanno inciuci” ed era quindi pericoloso.