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martedì, Aprile 23, 2024
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Salve dopo 7 giorni di fuga a piedi, la storia di Natalia e Halyna: le due sorelle ucraine ora sono a Salerno

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Un tragitto a piedi durato un’intera settimana con figli e madre a seguito allo scopo raggiungere il confine rumeno e mettersi definitivamente in salvo. Una volta lì, altre lunghe 48 ore di attesa prima di salire su un bus e giungere dopo un giorno e mezzo di viaggio a Salerno per riabbracciare l’altra sorella sposata con un italiano. Natalia e Halyna sono due sorelle ucraine originarie di Chotin, cittadina a 60 km da Leopoli sul fiume Nistro non lontani da Romania e Moldavia. La loro storia è emblematica del destino verso cui, loro malgrado, stanno andando incontro milioni di cittadini dell’Ucraina. Il Paese da oltre 40 giorni è sott’attacco della Russia di Putin e la scia di morte e distruzione non s’arresta nelle città.

L’incontro

La conoscenza con Natalia e Halyna avviene all’esterno del consolato ucraino di Napoli. Da diverse settimane i profughi raggiungono l’isolato B2 del Centro Direzionale, dove ha sede il locale ufficio di rappresentanza dell’Ucraina, per produrre o rinnovare i documenti che consentano loro di poter accedere a una serie di servizi in Italia. Le due donne, dopo un’ora di attesa in fila soltanto per fissare un altro appuntamento al consolato per la settimana successiva, sono accompagnate da Antonio Noschese il loro genero che le aiuta a orientarsi nonostante lui non parli ucraino e loro non conoscano l’italiano. È lui, barbiere tra Salerno e Pontecagano, a raccontare i sentimenti del momento e l’epopea vissuta. «Entrambe, i loro figli, mia moglie, la loro madre non riescono a dimenticare quanto sta avvenendo. Le notizie dei massacri di donne e bambini non possono lasciano indifferenti. Tutti loro sono stati costretti tre settimane fa a fuggire a piedi da Chotin con 6 giorni e 6 notti di traversata al freddo e rimanere altri due giorni in Romania ferme. Menomale che poi un bus li ha portati a casa nostra. Ma la tristezza non passa». 

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La speranza di un futuro migliore e l’angoscia per gli altri parenti

La felicità di essere scampati alla furia dei combattimenti dopo un lungo peregrinare, è però mitigata dal pensiero dei parenti rimasti in Ucraina esposti all’attacco dei russi. Halyna è madre di un ragazzo di 16 anni, una ragazza di 14 e una bambina di appena 2. Non può contare su suo marito, attualmente «Questo perchè – aggiunge Antonio – è rimasto nel Paese a combattere rispondendo alla chiamata alle armi del Governo. La situazione è veramente seria e non basta per loro essere insieme a mia moglie e alla loro madre per essere di nuovo felici. La guerra sta proseguendo nel modo più violento». Natalia è invece in Italia con sua figlia di 12 anni, incontrata anch’essa all’esterno del Consolato e che necessita di rinnovare i documenti scaduti. Anche il marito di Natalia è lontano. Non è in Ucraina a combattere ma in Germania a guadagnarsi la vita come muratore.

L’equipaggiamento mancante

Antonio Noschese aggiunge un altro dettaglio alla storia. «In Ucraina ho anche un nipote di 21 anni che fa il poliziotto. Lui non ha nemmeno un giubbotto antiproiettile per proteggersi e noi non riusciamo a inviarne uno. Vi rendete conto? I russi sparano a tutti e gli ucraini non sanno come difendersi» afferma il barbiere che sembra accodarsi alla richiesta del governo Zelensky di fornire all’esercito nuove armi.

I numeri dei profughi in Campania, le parole del console e l’appello del sindaco Manfredi

Secondo quanto affermato nei giorni scorsi dal console ucraino Maksym Kovalenko, sono circa 20.000 i cittadini ucraini approdati in Campania, la maggior parte a Napoli. «L’attività di tutte le autorità italiane e napoletane è grandissima. L’organizzazione dell’accoglienza è realizzata molto molto bene. I minori in tutta Italia sono più o meno 30.000 ma non sappiamo esattamente quanti in Campania» le parole di Kovalenko oggetto di polemiche nei giorni scorsi per la sua contrarietà alla serata del San Carlo in cui si sono esibiti insieme lunedì scorso ballerini russi e ucraini. «Chiediamo di fermare tutti gli eventi culturali e sportivi a cui partecipano cittadini della federazione russa – le dura presa di posizione del console – Non possiamo assolutamente accettare uno spettacolo culturale perché l’83% dei russi supporta Putin e il suo regime, quindi la guerra in Ucraina». 

Dal canto suo il sindaco Gaetano Manfredi si è mostra perplesso sulle decisioni prese di recente a livello nazionale rispetto alla gestione dei flussi degli ucraini sul territorio. «Come già sostenuto dall’Anci avrei preferito un ruolo più attivo dei Comuni perché sono gli enti di prossimità più capaci di garantire servizi sociali e sistema di accoglienza». Invece, l’aggiunta dell’ex rettore della Federico II, «si è preferito un approccio basato su quanto era stato già fatto sull’immigrazione, caso molto diverso da quello dei profughi di guerra». Inoltre, «il Comune di Napoli sta garantendo sia i servizi sociali che l’inserimento scolastico con risorse proprie perché non abbiamo avuto nessun finanziamento. Ho chiesto che fosse garantito un finanziamento per il sostegno all’inserimento sociale e scolastico dei profughi e delle loro famiglie perché questo può garantire una migliore integrazione. Siamo in attesa di decisioni a livello centrale. Il capo della Protezione civile (Fabrizio Curcio ndr.) ha detto che andrà verificato l’andamento della situazione» per poi apportare eventualmente «modifiche». 

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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