Salvatore Di Napoli, classe ’89, era stato condannato dal Tribunale di Vienna a 3 anni ed 8 mesi di reclusione per associazione a delinquere e rapina di un orologio dall’ingente valore. Dopo il processo è stato estradato presso il carcere di Padova, dove il magistrato di sorveglianza, accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, gli ha concesso di espiare la pena in regime di affidamento in prova ai servizi sociali, provvisoriamente, in attesa della prevista camera di consiglio, a distanza di giusto un anno dal termine della latitanza.
Scippò un Rolex a Vienna, scarcerato il rapinatore scovato in spiaggia
L’uomo, napoletano originario dei Quartieri Spagnoli, era latitante già da 6 mesi ed era ricercato in tutta Europa, destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dall’Austria e convalidato dalla Corte di Appello di Napoli già nel febbraio scorso, quando fu già arrestato e portato nel carcere napoletano, ma la stessa Corte di Appello decise di rimetterlo in libertà, senza alcuna misura cautelare.
Difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, il giovane presunto rapinatore si era dileguato, facendo perdere le proprie tracce per mesi. La Corte di Appello di Napoli quindi dispose la consegna del giovane all’autorità austriaca, così come richiesto dal Procuratore della Repubblica di Wiener Neusadt, perché seriamente indiziato di far parte di una associazione a delinquere composta da vari napoletani (tra cui due fratelli) ed una presunta rapina di un prezioso orologio commessa il 10 agosto del 2023 in Modling.
E se ne stava tranquillamente in spiaggia, pensando che i militari dell’arma non lo avrebbero mai trovato. Lo riconosceranno mentre si tuffa in acqua. Ha rasato i capelli, indossa grossi occhiali da sole e una maglia. La tiene anche in acqua, nel tentativo di mascherare i tanti tatuaggi che ha impressi sul corpo. Non basterà. I carabinieri lo riconoscono proprio per alcune grosse stelle, tatuate tra petto e spalla. Non fa in tempo a riposizionarsi sul lettino che i militari gli stringono le manette ai polsi.
