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lunedì, Maggio 6, 2024
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Scuola, niente più voti sotto il 4: “I ragazzi devono abituarsi alle frustrazioni!”

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Sta facendo discutere la proposta dell’assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca in Alto Adige di abolire i voti scolastici sotto il 4. L’assessore alla scuola in lingua italiana, i presidi e lo stesso Ministro all’Istruzione e al Merito, Giuseppe Valditara, continuano a nutrire dubbi sull’abolizione.

La proposta dell’Alto Adige 

Tutto parte dalla proposta di Philipp Achammer, assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca, in Alto Adige, di abolire i voti scolatici sottto il 4. Secondo Achammer infatti questi voti: “non hanno alcun valore educativo e pedagogico“. Non la pensa così però Giuliano Vettorato, assessore alla scuola in lingua italiana: “Lo sono per il merito e la professionalità dei docenti. Poi ovviamente facciamo tutte le valutazioni del caso, tenendo presente che con un ‘due’, ad esempio, diventa complicato recuperare“. Contrari anche i presidi e professori: “Abolendo i voti sotto il quattro non si premia il merito, così non va bene“.

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I voti fanno crescere i ragazzi 

A mostrare perplessità sulla proposta è anche lo stesso Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Nella mia visione di scuola ciò che conta saranno i giudizi contenuti nel portfolio che devono servire al ragazzo e alla famiglia per cogliere criticità, opportunità, potenzialità, raggiungimento di risultati, abilità etc…” dice. Secondo la sua opinione quindi il voto in se non sminuirebbe il valore di un ragazzo, anzi evitare di esprimere una votazione bassa, seppur realistica, della sua preparazione non lo spronerebbe e non lo abituerebbe alla “criticità”. Continua infatti dicendo: “I voti servono solo come indicatori temporanei durante l’anno e possono essere declinati nella misura più utile allo studente e al docente. Una scuola positiva e amica considera il voto come semplice indicatore del livello raggiunto in quel momento“. 

“Quello che conta è che ci sia un criterio di valutazione serio che serva a studente e docente per far capire: stai andando bene, stai andando male. Insomma il livello di preparazione e di rendimento in quel determinato momento. Per il resto attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi. Se non li abituiamo ad affrontare le frustrazioni che nella vita saranno tante facciamo il loro maleconclude il Ministro.

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