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sabato, Aprile 27, 2024
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“Siamo quelli che comandano a Marano”, cosi Nuvoletta e Orlando terrorizzarono l’imprenditore

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“Hai iniziato i lavori senza la nostra autotrizzazione, siamo quelli che comandanno a Marano”.  Sono andati di persona a chiedere il pizzo Lorenzo Nuvoletta e Antonio Orlando, 41 e 65 anni, il primo nipote del noto capoclan mafioso, di cui porta nome e cognome, e il secondo boss dell’omonimo clan, legati da vincoli di parentela.

A entrambi i carabinieri di Marano, popoloso comune a nord di Napoli, hanno notificato un arresto carcere emesso dal gip di Napoli Antonino Santoro su richiesta della Dda (sostituto procuratore Giuseppe Visone). Il reato contestato è estorsione aggravata dal metodo mafioso, commesso tra la fine 2017 alla metà del 2018 ai danni di un imprenditore edile costretto a versare ben 80mila euro in più tranche, dilazionati in otto mesi.

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    Le indagini dei militari della compagnia di Marano scattano grazie a una conversazione intercettata il 12 novembre 2020.

L’imprenditore vittima dell’estorsione stava realizzando 12 appartamenti a Marano e la richiesta gli è stata formulata nell’inverno del 2017, nel corso di un incontro a pranzo in un agriturismo, al quale hanno preso parte anche altre persone, oltre agli indagati e all’imprenditore. All’appuntamento, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, c’erano andati entrambi, il nipote del capoclan (Lorenzo è figlio di Ciro, fratello di Lorenzo Nuvoletta, ndr) e lo “zio” (così chiamavano il boss Orlando, il quale ci tenne a precisare alla vittima che era latitante da 10 anni). Dei “prelievi” invece se ne era occupato direttamente Lorenzo Nuvoletta (difeso dall’avvocato Luca Gili) a cui i soldi sarebbesto stati versati anche in un ristorante, mentre a cena con la sua famiglia. Nuvoletta all’epoca era libero mentre Orlando era latitante.

L’imprenditore vittima dell’estorsione, parlando ai carabinieri dell’estorsione subita, disse “si sono succhiati il sangue”. 

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