“Sono nato 50 anni fa e c’era già il sovraffollamento e mancavano 10mila posti detentivi. Sono arrivato nel mezzo del cammin della mia vita e ci sono ancora il sovraffollamento e mancano 10mila posti detentivi: in mezzo ci sono decine di provvedimenti ‘svuota carceri’ e mi pare evidente che quella misura abbia fallito“. Così risponde il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove a margine del convegno di Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria a Napoli su ‘Carcere e criminalità 4.0. Sfide e opportunità per la Polizia Penitenziaria’.
“Abbiamo destinato oltre 250 milioni nei soli primi 24 mesi di Governo all’edilizia penitenziaria per recuperare, secondo i calcoli del Dap, 7mila dei 10mila posti detentivi che mancano. Abbiamo nominato un Commissario alle carceri per eseguire questi lavori velocemente e questa è la risposta del centro destra. Indirettamente incide, credo notevolmente, anche sul problema suicidiario se è vero, com’è vero, che i dati ci raccontano che uno dei motivi è proprio il sovraffollamento”, conclude Delmastro.
Carcere e criminalità 4.0
Il tema centrale del dibattito di quest’anno è stato Carcere e criminalità 4.0: Sfide e Opportunità per la Polizia Penitenziaria, argomento che evidenzia come l’evoluzione della criminalità, sia sempre più legata alle tecnologie avanzate.
“Viviamo in un’epoca in cui la criminalità si evolve rapidamente, sfruttando internet, criptovalute, droni e intelligenza artificiale”, sottolinea Giuseppe Moretti rappresentante USPP aggiungendo che “bisogna far emergere con chiarezza, che le tecnologie avanzate non solo complicano le modalità di commissione dei crimini, ma trasformano anche la gestione dei detenuti e le dinamiche di sorveglianza nelle carceri già in affanno per la carenza dell’organico, il sovraffollamento e le stratificate problematiche strutturali. In questo contesto, la polizia penitenziaria, che sta vivendo un momento molto difficile dovuto ad anni di destrutturazione del sistema, si trova a dover affrontare un duplice compito: contrastare l’uso illecito delle tecnologie da parte dei detenuti e rispondere con soluzioni innovative e tecnologiche per garantire la sicurezza e il recupero degli stessi”.