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giovedì, Aprile 25, 2024
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Sovraffollamento nel carcere di Poggioreale, l’allarme del Garante: “Gravi difficoltà”

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È ancora sovraffollamento nel carcere di Poggioreale. L’intero collegio del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha compiuto una visita di quattro giorni, come sempre non annunciata, nel penitenziario di Napoli e ha riscontrato la presenza di 848 detenuti in più rispetto ai posti disponibili: 2363 persone a fronte di una capienza effettiva di 1515 posti. Particolarmente critica la situazione in alcuni reparti: la sezione circondariale a custodia aperta con 1.220 persone ristrette in 738 posti; la sezione circondariale ordinaria con 588 persone in 327 posti; la sezione protetti-riprovazione sociale a custodia aperta con 101 persone in 53 posti. Il Garante «apprezza lo sforzo» di migliorare le condizioni materiali dei reparti, tuttavia a fianco a quelli ristrutturati, alcuni sono invece «appena accettabili e altri del tutto inaccettabili». Così come «permangono inammissibili le condizioni di lavoro, in particolare di chi opera nell’ufficio della matricola posto sotto il livello terra in un ambiente buio e insalubre, situazione che l’Amministrazione penitenziaria da tempo si è impegnata a risolvere».

Rispetto ad alcune «criticità molto forti che hanno segnato il passato dell’Istituto, per le quali, è in corso a Napoli un processo per episodi di maltrattamento», il Garante nazionale ha avuto modo di verificare come nell’Istituto si stia instaurando «un clima diverso, teso a interrompere ogni uso di violenza e qualsiasi comportamento non rispettoso della dignità e del diritti delle persone private della libertà». Il percorso di cambiamento «è certamente avviato, tuttavia, occorre continuare su tale strada, senza sottovalutare possibili rischi di un ritorno al passato, mantenendo sempre alto il livello di attenzione». La possibilità per gli operatori di segnalare e denunciare eventuali maltrattamenti senza incorrere in ritorsioni «deve essere riaffermato in concreto, anche alla luce di recenti episodi». Inoltre, il Garante nazionale «ha incontrato più volte una persona detenuta, andando appositamente a verificare le sue condizioni nell’Istituto di Santa Maria Capua Vetere dove era stato trasferito in coincidenza con l’inizio della visita. La sua situazione, che successivamente è stata resa nota alla stampa dalla famiglia, è stata oggetto di approfondimento da parte del Garante, al punto da tornare nuovamente a verificare le sue condizioni tre giorni dopo la conclusione della visita, incontrandolo e avendo con lui un ulteriore lungo colloquio. Il Garante ha quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica».

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Nel corso della visita a Poggioreale, sono state riscontrate anche «gravi criticità e una certa difficoltà» da parte dell’area sanitaria a raggiungere tutte le persone e a rispondere ai bisogni di una popolazione che spesso viene dalle fasce più marginali e quindi già deprivate anche sotto il profilo della salute. A ciò si aggiungono le condizioni materiali che coinvolgono anche le strutture sanitarie: il Servizio di assistenza intensificata (Sai) posto nel padiglione San Paolo ha bisogno di interventi di adeguamento, così come l’ambulatorio di primo soccorso. «Il degrado dell’ambiente non deve spingere ad abbassare l’attenzione nei confronti dei pazienti», sottolinea ancora il Garante ricordando che «proprio i medici rappresentano in carcere un importante presidio per la prevenzione del rischio di maltrattamenti».

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