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giovedì, Maggio 2, 2024
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“Stavo tutto a Sibillo”, il gesto ‘a guappo’ del giovane ras di Ponticelli

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Il sinistro mito di Emanuele Sibillo continua a sopravvivere nelle menti dei giovani camorristi, nonostante, l’epilogo avvenuto nel Vicolo della Morte nel 2015. Dunque il baby-boss della Paranza dei Bambini continua a rappresentare un modello per gli aspiranti criminali che puntano alla rapida ascesa, gli stessi, però, sembrano ignorare che 19enne di Forcella fu ucciso dei rivali in via Oronzo Costa.

Della sinistra fascinazione sarebbe stato vittima anche Ciro Postiglione, braccio destro di Alessio Bossis. I due giovani si sarebbero occupati delle ‘stese’ su ordine del capoclan Alfredo Minichini così come emerge dall’ultima ordinanza che ha duramente colpito le famiglie camorristiche di Ponticelli.

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LA GUAPPARIA NEL QUARTIERE

La sera dell’8 febbraio 2019 Bossis, insieme a Postiglione, avrebbe condotto un’azione dimostrativa a Ponticelli per far capire a tutti di essere diventato il sostituto designato del capoclan. Dunque i giovani avrebbero scorrazzato nel quartiere a bordo della moto notoriamente usata da Minichini.

La guapparia sarebbe confessata al telefono dallo stesso Positglione, infatti, quella sera di febbraio il giovane, nel tentativo di comunicare con un suo conoscente, si sarebbe lasciato andare ad alcune affermazioni a cornetta aperta.

Dunque il 23enne avrebbe rivelato di essere stato poco prima in compagnia di Bossis a bordo di una moto di grossa cilindrata. Probabilmente ancora eccitato dall’impresa criminale, compiuta insieme al giovane ras ucciso lo scorso ottobre, Postiglione si sarebbe vantato al telefono della parata dimostrativa con un altro suo conoscente dimostrando abilità nel guidare il Transalp e d’aver attirato l’attenzione di tutti.

IL DELIRIO SU SUBILLO

Il gesto sarebbe stato cosi eclatante che Postiglione si sarebbe paragonato ad Emanuele Sibillo, infatti, gli affiliati della Paranza erano abili a guidare le moto a forte velocità tra vicoli stretti di Forcella. Emblematica la delirante affermazione: “Come stavo….tutto a Sibillo, stavo tutto a Sibillo“.

Sempre il 23enne avrebbe ripetuto di aver accompagnato Bossis nel rione Conocal, sempre a bordo del Transapl. Tutte queste azioni sarebbero condite con frasi di esaltazione: “Come è bello avere il potere” e “Fare la guerra a tutti“. Inoltre i due giovani camorristi sono stati ritenuti responsabili della ‘stesa’ condotta a piazza Trieste e Trento, proprio per quell’episodio vennero arrestati nel marzo 2019.

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IL CULTO CRIMINALE DI EMANUELE SIBILLO

Nell’aprile 2021 fu rimossa e consegnata alla famiglia l’urna funeraria contenente le ceneri di Emanuele Sibillo. La scultura venne sistemata all’interno di un altare dedicato alla Madonna in via Santissimi Filippo e Giacomo. I carabinieri e la Dda di Napoli arrestarono 21 appartenenti al gruppo camorristico dei Decumani, inoltre fecero rimuovere dall’altare i simboli dedicati a Sibillo poiché gli affiliati del clan veneravano, di fatto, il baby-boss ucciso a 19 anni.

Secondo i pm della Dda l’edicola votiva sarebbe stata destinata al culto della figura del capo della paranza e, dunque, sarebbe stata utilizzata come elemento di identificazione e rafforzamento del gruppo criminale nonché quale luogo di commissione di reati.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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