10.2 C
Napoli
giovedì, Aprile 25, 2024
PUBBLICITÀ

La tifosa in lacrime di gioia e i “residenti” a casa: i divieti sono un caso

PUBBLICITÀ

In rete, è uno dei video più diffuso. Simone Verdi ha appena segnato, chiudendo nel migliore dei modi un’azione corale nata da un’interminabile serie di passaggi. Le telecamere indugiano sul talento ex Bologna. Poi, virano sugli spalti, nel settore occupato dai (tantissimi) tifosi del Napoli. Il settore è pieno, per l’occasione sono arrivati a Torino tifosi da tutto il centro nord Italia e dal centro Europa. Una di loro, una ragazzina, diventa l’involontaria protagonista di uno dei momenti più rappresentativi della passione per la maglia e per il calcio. La ragazzina indossa una maglietta del Napoli. Esulta, paonazza in volto. Urla la sua gioia e, quasi spontaneamente, si porta il pugno al petto, stringe la maglia, da un’occhiata passionale alla “N” bianca. Poi, batte il pugno. Con trasporto. Tutto molto bello. Sul serio. Ma c’è qualcosa che non quadra in quel settore pieno di tifosi del Napoli: non c’è neppure un residente.

Nel settore ospiti di Torino, nessun residente

Badate bene, non lo dico a caso. Per chi avesse perso la notizia, la trasferta era vietata ai residenti a Napoli e provincia. Il divieto, sia chiaro, è stato subito esteso anche a tutti quelli che hanno sottoscritto la tessera del tifoso (come regola vuole). La ragazzina protagonista del meraviglioso video, come racconta Spazio Napoli, veniva da Grenoble, non lontanissimo da Nizza. Così come lei, moltissimi tifosi da Torino, da Bologna, dal nord della Francia, dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. E chissà da quali altre città provenissero. Ma perché, quindi, si vieta puntualmente l’accesso a solo una parte di tifosi del Napoli? Se fino a qualche tempo fa, i cancelli dei settori ospiti d’Italia rimanevano chiusi per tutti, da un anno a questa parte la limitazione è riservata solo ai residenti. Ma che senso ha? Francamente, l’unica risposta che viene in mente è semplicemente “nessuno”.

PUBBLICITÀ

Il Napoli in trasferta non è per i residenti

In passato, in occasione di Cagliari-Napoli dello scorso anno, affrontammo la questione (qui l’articolo). In quel caso, giungemmo alla conclusione che la decisione del questore di Cagliari non avesse alcun senso e che il successivo scarica barile avesse come unico scopo quello di tergiversare fino al giorno della partita. La stessa cosa accade puntualmente nel 60-70% delle trasferte italiane. Accedere allo Juventus Stadium è impossibile praticamente da sempre. Cagliari, Bergamo, Roma giallorossa sono solo alcuni degli stadi in cui l’accesso è un miraggio. Se siete residenti a Napoli o in provincia, potete considerarvi sfortunati Probabilmente, non siete graditi e, magari per evitare troppi inutili sforzi gestionali, il Questore di turno preferisce vietare. Così, cancelli aperti agli altri napoletani, che sono più civili, più tranquilli. Loro sono benvenuti.

Le responsabilità dei Questori

Cioè, più o meno, considerando che i rischi di agguati e le scaramucce si registrano ugualmente. Viene naturale pensare che il divieto sia un modo per colpire una parte di tifoseria: quella organizzata. Il punto è che, anche il quel caso, il divieto non ha alcun senso. Chi viaggia, ha sottoscritto la tessera del tifoso, proprio come stabilito dalle “regole per i tifosi”. Non è possibile limitare la libertà di movimento delle persone, soprattutto se la si motiva con una motivazione “geografica”. Non ha alcuna utilità se non quella di generare malumore che inquina il grande circo del pallone. Sarebbe ora che i Questori si assumessero le responsabilità che caratterizzano il loro ruolo. Organizzassero pure un servizio d’ordine degno di tale nome e la smettessero di tendere tranelli mal celati, come nel caso della prima trasferta di campionato, all’Olimpico di Roma contro la Lazio.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Stangata per il clan Sorianiello, per il gruppo della ’99’ quattro secoli di carcere

Quasi quattro secoli di carcere. Una vera e propria mazzata per il clan Sorianiello, gruppo attivo nella zona 99...

Nella stessa categoria