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venerdì, Aprile 19, 2024
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Torre Annunziata, sequestrato il parcheggio dove è stato ucciso Maurizio Cerrato

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È stato sottoposto a sequestro per abusi edilizi il parcheggio di via IV Novembre, a Torre Annunziata, dove lo scorso 19 aprile è stato ucciso Maurizio Cerrato, accorso in aiuto della figlia minacciata per un posto auto.

“Per Maurizio, per sua figlia, per tutti i cittadini stanchi dei soprusi, degli abusi e dell’illegalità è assolutamente necessario e doveroso ripristinare la legalità su tutto il territorio con una presenza costante nelle strade delle forze dell’ordine e prevedendo pene severe per chi commette illeciti, abusi  e cerca di prevaricare sugli altri usando la violenza.”- si è così espresso il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

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“Un posto di lavoro per la figlia di Maurizio Cerrato”, la proposta di Borrelli

 

Con l’apertura del Parco Archeologico di Pompei mancherà un pezzo. Non ci sarà il custode Maurizio Cerrato, 61enne di Torre Annunziata ucciso barbaramente per un posto auto.

Ammazzato durante un’aggressione seguita al fatto che l’uomo aveva difeso la figlia, a cui era squarciata una gomma dell’auto. Solo perché aveva parcheggiato la vettura in un posto ”occupato” da una sedia.

Il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli ha inviato al direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel la proposta di valutare l’assunzione di Maria Adriana Cerrato, fino ad ora unica testimone dell’omicidio del padre.

“Maurizio è morto per aver difeso sua figlia dalla violenza del branco che rivendicava preponetemente un posto auto occupato da una sedia – scrive Borrelli -. Va considerato un eroe, la sua morte ha fatto venire a galla una realtà allucinate, e come tale dovrà essere celebrato ed omaggiato. Per questo che abbiamo proposto a Gabriel ZuchtriegelDirettore del Parco Archeologico di Pompei, di valutare l’assunzione della figlia di Cerrato. La ragazza, quale vittima innocente della criminalità organizzata. In modo che possa seguire le orme di quel padre che ha donato la sua vita per difenderla e per darle così un sostegno e consentirle di fare una vita dignitosa.

Inoltre ella merita di essere tutelata in quanto è stata l’unica che, in un clima di omertà, ha deciso di collaborare con la Procura. Il tutto per aiutare gli inquirenti nelle indagini e nel riconoscimento degli assassini. Sono i familiari degli eroi e delle vittime di criminalità e violenza a dover essere sostenute ed aiutate e non certo quelle dei criminali”

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