giovedì, Agosto 14, 2025
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Trattamenti per la cistite: spesso sono inappropriati (e favoriscono la resistenza dei batteri)

Sono tantissime le persone che, almeno una volta nella vita, hanno avuto a che fare con la cistite, una condizione più frequente tra le donne per via delle loro peculiarità anatomiche e a dir poco fastidiosa lato sintomi.

La cistite è un’infiammazione della vescica molto comune, che può essere causata da diversi fattori, tra cui batteri, scarsa idratazione e, in molti casi, rapporti sessuali, come nel caso della cistite post-coitale. Questa forma di cistite – in merito segnaliamo che gli esperti di Dimann spiegano il legame tra cistite e rapporti sessuali in maniera approfondita – si presenta frequentemente nelle donne dopo il coito, ed è causata dalla migrazione dei batteri verso l’uretra. Indipendentemente dalle cause e dal tipo di cistite, tuttavia, quando si parla di trattamenti risolutivi per questa condizione è importante fare attenzione poiché spesso vengono prescritti o utilizzati antibiotici in modo inappropriato, il che può favorire la resistenza dei batteri agli stessi farmaci.

La cistite, numeri alla mano, rappresenta una delle problematiche davanti alle quali i pazienti ricorrono più spesso all’approccio dell’automedicazione, non sempre l’idea giusta per migliorare il proprio benessere.

Come evidenziato da diversi esperti, è cruciale educare i pazienti a evitare il ricorso indiscriminato a farmaci. Essenziale, inoltre, è seguire solamente indicazioni che siano supportate da adeguate evidenze scientifiche.

Attenzione agli antibiotici

Sono tanti i medici che hanno a che fare con pazienti che, di fronte ai primi sintomi di cistite, iniziano ad assumere antibiotici (tra i più utilizzati è possibile citare il principio attivo fosfomicina).

Questo comportamento è un errore molto grave. Prima di procedere all’assunzione di antibiotici in caso di cistite, è infatti fondamentale effettuare un esame delle urine con urinocoltura e antibiogramma.

Consolidare l’abitudine del ricorso indiscriminato agli antibiotici è a dir poco pericoloso.

Si gettano le basi per il peggioramento della resistenza agli antibiotici, una problematica annoverata tra le principali urgenze sanitarie del prossimo futuro.

Per farsi un’idea del suo impatto negli ultimi decenni, è il caso di chiamare in causa i risultati di una metanalisi recentemente pubblicata sulla celebre rivista scientifica The Lancet.

Gli esperti che l’hanno curata hanno analizzato, considerando tutte le età, i decessi causati dalla resistenza agli antibiotici, prendendo in esame l’impatto di 22 patogeni e 204 infezioni nel lasso di tempo compreso tra il 1990 e il 2021.

Se, guardando ai numeri relativi ai pazienti nella primissima infanzia, i decessi sono diminuiti, se si sposta lo sguardo verso i soggetti over 70 si può notare un incremento dell’80%.

Secondo questo lavoro scientifico, nel 2050 i decessi causati dalla resistenza agli antibiotici riguarderanno soprattutto la fascia d’età appena menzionata.

Lo studio in questione sta facendo parlare in quanto rappresenta la prima valutazione globale dell’impatto della resistenza agli antibiotici in un lasso di tempo rilevante.

Oltre a ciò, si prendono in esame previsioni sul lungo termine.

Tornando con il focus sulla cistite, è bene ricordare che non in tutti i casi ci sono le indicazioni per il ricorso alla terapia antibiotica.

Il sistema immunitario umano, infatti, è già di suo in grado di lottare con efficienza contro i patogeni che provocano infezioni a carico delle basse vie urinarie.

Nella maggior parte dei casi, può rivelarsi sufficiente agire sui sintomi con un antidolorifico e assumere contemporaneamente un antinfiammatorio.

Essenziale è associare l’assunzione di probiotici. I farmaci sopra menzionati, infatti, hanno un impatto negativo sulla flora intestinale e sul microbiota vaginale, che devono essere ripopolati di batteri buoni per evitare il rischio di avere a che fare con la disbiosi.

Il ricorso all’antibiotico, come già detto, deve avere alla base un esame finalizzato a identificare il tipo di batterio da debellare, in modo da trovare il principio attivo giusto a seconda della situazione.