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martedì, Maggio 7, 2024
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Droga nella Napoli bene, stangata anche in appello per i membri del ‘sistema Tufò’

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Diciotto condanne anche in appello. L’inchiesta quella relativa al traffico di droga che vedeva coinvolti i ristoratori proprietari della trattoria gourmet Tufò di via Posillipo. Questa la decisione della Corte d’Appello di Napoli (VI sezione) anche se non sono mancate la sorprese. I giudici hanno condannato a 18 anni Ciro Capasso, in continuazione con altra sentenza. Antonio Capasso, suo figlio, ha invece ottenuto la conferma della condanna a 16 anni. Queste le altre condanne Mariano Ceci 9 anni, Ciro D’Ambrosio 3 anni e 6 mesi, Antonio Grimaldi 6 anni e 11 mesi in continuazione con altra sentenza, Alessio Onorato 3 anni mentre conferme per Gianmarco Ammenola 7 anni, Vincenzo Caputo 12 anni, Maurizio Ambrosino 8 anni, Carlo Giannelli 4 anni e Rosario Lumia 12 anni. L’inchiesta culminò con il maxi blitz del febbraio 2020 quando la guardia di finanza attraverso il Comando Provinciale di Napoli col supporto dei Comandi di Roma, Salerno, Caserta e Latina, eseguì una ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

L’inchiesta Tufò

Fra i componenti principali del gruppo proprio Ciro Capasso, già coinvolto in precedenti inchieste sul traffico di droga e indicato dagli inquirenti come vicino ai Contini. Secondo la guardia di finanza Capasso senior, attraverso i traffici di droga, aveva creato un mini impero attraverso una serie di attività legali.

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