Tiene banco, negli ultimi anni, la domanda “la street art è effettivamente arte o è vandalismo?“. Come spesso accade, l’opinione pubblica si divise quasi spontaneamente in due schieramenti contrapposti. Da una parte c’è chi sarebbe per la cancellazione dei disegni (opere) e il ripristino dei muri per come sono sempre stati. Dall’altra parte c’è chi apprezza e sostiene l’arte di strada, sviluppatasi nel tempo e che sta vivendo un particolare momenti di diffusione. La città di Napoli non è certamente esente da questa ondata di “nuova arte”. Ma, come ogni casistica, è bene tracciare un confine oltre il quale “tutti sono d’accordo”. Questo confine – immaginario, per carità – può essere mostrato ed esemplificato con il caso dei muri della Floridiana. Il polmone verde del Vomero, separato (protetto?) dalla città da un muro bianco. Ed è proprio di quel muro che intendiamo parlarvi, perché vittima di vandalismo bello e buono.
Vandalismo su un bene storico che è di tutti
Nelle ultime ore, sembra che il suddetto muro sia diventato una specie di calamita per aspiranti writers. Aspiranti, si, perché un writer o uno street artist non si limiterebbe ad una semplice scritta decontestualizzata. Peggio ancora, un writer o uno street artist non interverrebbe su un bene storico e centenario. Non mancherebbe di rispetto alla città che rappresenta o che vuole omaggiare. Nemmeno sotto tortura. Ed è per questo che pensiamo che quelle scritte (disegni?) sui muri della Floridiana siano nient’altro che vandalismo. Gratuito. Inutile. Evitabile. ma non lo pensiamo solo noi. E’ di questo avviso anche il Comitato Valori Collinari:”Gli ultimi episodi riguardano il muro di cinta della villa Floridiana. Tante le scritte e i disegni, che non hanno nulla di creativo ma rappresentano solo volgarità. Il tutto, peraltro, dinanzi a un parco frequentato da mamme con bambini e che ospita il museo nazionale della ceramica Duca di Martina, meta di numerosi turisti”. Sarebbe il caso di cominciare a rispettare la città di Napoli.