E’ stato Daniele Pandolfi, insieme ad altri pentiti eccellenti come Salvatore Marfeè (vera voce di dentro al clan Mauro) a far luce sugli affari e sulle guerre che in questi anni hanno caratterizzato la malavita dei vicoli. Pandolfi in particolare si è concentrato sui rapporti tra Patrizio Vastarella e Ciro Mauro chiarendo come quest’ultimo da mediatore tra il primo e gli altri clan sia poi di fatto diventato mero esecutore delle volontà del capoclan delle Fontanelle.
«Nel 2013-2014 il clan Mauro riforniva diverse piazze di spaccio di hashish e cocaina. Quando poi fu scarcerato Patrizio Vastarella le cose cambiarono in quanto Vastarella riuscì a ristabilire contatti con gli altri clan della Sanità e alla fine è riuscito ad imporsi, quanto meno rispetto al clan Mauro i cui uomini sono divenuti meri esecutori dei suoi ordini. Per esempio quando si doveva fare una ‘stesa’, Patrizio diceva di portare l’imbasciata a Ciro Mauro. I rapporti alla fine sono talmente cambiati che sono stati i Mauro a ricevere la mesata da 4mila euro al mese da Patrizio Vastarella. In quegli anni, il 2016-2017, per quello che è di mia conoscenza, i Mauro non si sono più dedicati alle sostanze stupefacenti ma hanno continuato a commettere estorsioni ai danni dei parcheggiatori di piazza Cavour e fino al bosco di Capodimonte». Un rapporto di subalternità che, secondo il pentito, si evince anche da un altro aspetto:«Patrizio Vastarella non andava mai a casa di Ciro Mauro, era quest’ultimo che andava a casa di Vastarella».