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domenica, Maggio 12, 2024
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ABBIAMO LE COSE PIENE

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Caro direttore,

volevo farti gli auguri per un felice 2008…Ma gli ultimi fatti di cronaca, a partire dal golpe di Natale di Taverna del Re, mi hanno raffreddato.E di ciò ti chiedo sinceramente scusa. Ma consentimi di fare sul tuo giornale alcune considerazioni in attesa del d-day di San Silvestro.Cosa c’è di nuovo in Italia? La “cosa bianca”, che può diventare “bianco-nera” o “bianco-azzurra”, a seconda delle simpatie calcistiche, ma sempre Udc e An riguarda. Poi c’è la “cosa rossa”, che però preferisce tingersi di arcobaleno e non poteva mancare nemmeno la “cosa nera”. Poi c’era già prima, e c’è ancora, “cosa nostra” che, tra tutte queste cose, paradossalmente è quella che tutela di più i “propri cittadini”, tant’è che spesso si sostituisce allo Stato e per questo motivo conquista molti consensi.

Ci sono tante “cose” in Italia, soprattutto sono tante quelle, di cose, che non vanno. Inevitabile dunque che ci sia ora una situazione nuovissima, uno stato emotivo e fisico quasi inedito: abbiamo le “cose piene”. Abbiamo le cose piene di quello che succede, di quello che noi cittadini dobbiamo subire ogni giorno.E il pensiero, ancora una volta, corre al golpe di Taverna deol Re E la dimostrazione che le abbiamo veramente piene è che la nostra rabbia non si accontenta più dei sermoni di Beppe Grillo o delle “menate” sulla Casta. Le cose sono talmente piene che si è passati ai fatti.

Qualche settimana fa, i “padroncini” hanno paralizzato l’Italia, con una serrata che si addice di più ad uno Stato sudamericano che ad uno europeo; ma di questo passo faremo la fine di un Nicaragua qualsiasi, anche perché la metà dei nostri ministri ha ancora Che Guevara e Fidel Castro come punto di riferimento ideologico. Fatto sta che i camionisti bloccano tutto e i cittadini pagano le conseguenze: non solo perché non hanno benzina e generi alimentari, perché c’è gente che ci rimette un mucchio di soldi, come tutti quei piccoli imprenditori che a causa del blocco non possono lavorare. Certo, la protesta è sicuramente giusta, ma a rimetterci sono gli innocenti, perché quelli che non ascoltano le richieste, che hanno fatto in modo si arrivasse a questo punto, tanto si muovono in elicottero, auto blu o aereo presidenziale. Il dato preoccupante, però, è che ormai dalle parole si è passato ai fatti: tutti scioperano. Chi rispettando le regole, chi no, ma incrociano comunque le braccia.

La gente è esasperata, a maggior ragione ora che i lavoratori si aspettavano di veder mantenute tutte quelle promesse fatte dalla sinistra: per questo la rabbia è ancora più forte. Perché la sinistra amica degli operai e dei proletari ha proseguito nell’opera iniziata con il precedente governo di centrodestra: tirare a campare e farsi gli affari propri. Solo che stavolta la gente si è stufata. E viene da ridere quando si sente parlare di modello Roma da esportare in tutta Italia, viene da ridere perché è già stato fatto con risultati drammatici: prima i taxi hanno assediato la Capitale, poi i tir che hanno bloccato la penisola. Ci si meraviglia, si addita come fascisti quei leghisti che organizzano le ronde notturne: ma lo Stato fa qualcosa per la sicurezza? No. E il cittadino anche in questo caso passa dalle parole ai fatti. Il 31 ottobre una donna è stata uccisa a Roma, ma dopo un mese e mezzo le baraccopoli sono ancora là: non alla stazione di Tor di Quinto, ma alla fermata successiva. Non hanno pensato ad applicare le leggi esistenti, a potenziare le Forze dell’Ordine aprendo caserme e commissariati: l’unico pensiero dei nostri politici è stato quello di inventarsi un nuovo pacchetto sicurezza che gli permettesse di non perdere troppi consensi e rimanere al loro posto. Con la scorta, naturalmente. C’è ben poco da meravigliarsi, allora, se la gente cerca giustizia da sola. C’è poi Padoa-Schioppa che ci ha fatto due “cose” così con la storia dell’evasione fiscale: ed infatti hanno preso il povero Coppola e l’hanno sbattuto dietro le sbarre. Solo che, poi, ti accorgi che gente come Cragnotti e Tanzi se ne sta allegramente a casa propria e rilascia pure interviste ai giornali e pensi che, in fondo, se le tasse non le paghi non è proprio la fine del mondo. E che è troppo facile prendersela con Valentino Rossi, se poi Tronchetti Provera fa di tutto e di più. E fa pure la spia. E visto che si parla di rispettare la legge, non si può non parlare di tutti quei magistrati che fanno le loro indagini attraverso le pagine dei giornali. E di quelli che, se invece di pensare ai “furbetti del quartierino” buttano un occhio sui “furbetti del botteghino”, fanno una brutta fine. Con tutti questi esempi, la percezione è che – in fondo – non è che rispettare la legge sia poi così conveniente. Anche perché, in ultima analisi, c’è sempre l’indulto.

E così, mentre le cose vanno a rotoli, mentre per alcune famiglie sta diventando un miraggio arrivare addirittura alla terza settimana, nei palazzi del potere si parla di altre cose. Si discute, in forme astruse, di riforme elettorali: Vassallum e Porcellum, alla spagnola e alla francese, mentre se dipendesse da noi cittadini, applicheremmo il Fanculum. Un bel Fanculum per il centrosinistra, incapace di venire incontro alle esigenze del paese, con ministri intenti solo a fare a gara a chi la spara più grossa. Ma un bel Fanculum pure al centrodestra, che se poco ha fatto quando era nella stanza dei bottoni, ancora meno sta facendo adesso, quando l’unica attività è quella di tirarsi i piatti in faccia a vicenda. Per essere ancora più espliciti, l’Italia va a fondo e la classe politica è impegnata unicamente a trovare il modo di acquisire più privilegi possibili. Ma il segno stavolta è passato. Gli italiani hanno le “cose piene”. E in taluni casi, come è accaduto per il golpe di Taverna del Re, le cose gli girano pure. E nemmeno poco.

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