È giallo sul raid alla sede dell’associazione anticamorra «Placido Rizzotto» di via Marrone a Melito. Nottetempo ignoti hanno forzato l’ingresso dell’associazione, rovistato tra cassetti e mobili, e si sono dileguati con la memoria interna di un Pc che custodiva la banca dati delle attività che svolge l’associazione. L’anomalia sta nel fatto che i teppisti hanno lasciato al loro posto attrezzature informatiche di valore. «Ho il sospetto che possa essersi trattato di un attacco alla mia persona, avendo dissentito recentemente dalla scelta di un’alleanza tra il mio partito, Rifondazione, e il Pd» così Giusi Guido, insegnante di 32 anni di Melito, presidente dell’associazione, commenta l’inquietante furto di cui proprio lei è stata la prima ad accorgersi. I malviventi, dopo aver forzato la saracinesca e la porta interna, hanno rovistato tra i cassetti e messo a soqquadro l’intero ambiente, lasciando intatti computers, televisori e proiettori, ma portando via solo la memoria di un vecchio computer usato dai soci dell’associazione per raccogliere dati e registrare notizie. Ad indagare sull’accaduto sono i carabinieri della locale tenenza ai quali Giusi Guido ha immediatamente denunciato i fatti. Un furto anomalo anche secondo gli inquirenti che lavorano per far luce sull’episodio. L’associazione, che si occupa di cultura e ambiente, di recente è stata protagonista di una battaglia condotta in nome dell’ambiente, e ha in programma concerti con gruppi musciali per assistere ai quali non bisogna pagare alcun biglietto, ma solo portare sacchetti colmi di differenziata. «Ma non credo che siano le attività della nostra associazione a infastidire chi ne ha messo a soqquadro i locali. Penso piuttosto che possa trattarsi di un attacco al mio ruolo politico, e l’ho denunciato anche ai carabinieri». A Melito si tornerà alle urne ad aprile, dopo due anni di commissariamento in seguito allo scioglimento della vecchia amministrazione per infiltrazioni camorristiche. L’ipotesi che il raid alla «Placido Rizzotto» possa essere la risposta intimidatoria a una nuova classe politica che prova ad emergere, sconcerta e crea indignazione. «Ci auguriamo che l’episodio sia solo frutto di una bravata – esordisce il responsabile provinciale degli Enti Locali, Antonio Poziello – è doveroso monitorare una realtà che in passato si è mostrata sin troppo vulnerabile ai condizionamenti della camorra, e solidificare le coscienze perchè nessuna intimidazione o aggressione, possa piegarle. – poi Poziello conclude – Melito è una città da ricostruire e episodi come quello di cui è stato protagonista un simbolo di legalità e impegno sociale, non solo vanno denunciati, ma vanno combattuti attraverso l’intensificazione delle attività di controllo».
MONICA D’AMBROSIO – il mattino 08/03/2008
Melito, rubata la banca dati della «Placido Rizzotto». La presidente: intimidazione contro di me
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ