Otto proiettili e una lettera con minacce di morte: il destinatario della busta è il senatore uscente Tommaso Sodano (Rifondazione comunista), presidente della commissione Ambiente, capolista al Senato per Sinistra Arcobaleno e consigliere comunale a Pomigliano d’Arco. Così nella campagna elettorale si stendono ombre inquietanti sulle quali ora indagano magistratura e carabinieri. Il nodo è capire se il gesto sia da ricondurre alle denunce fatte dall’esponente politico soprattutto in materia di Ecomafie oppure alle bizzarrie di qualche mitomane. La busta è stata fatta scivolare nottetempo sotto la saracinesca del comitato elettorale che Sodano aveva aperto da qualche giorno in via Ettore Cantone, una strada molto frequentata di Pomigliano. L’ha trovata al mattino un collaboratore del senatore, proprio mentre in un’altra parte della città i militanti di Prc scoprivano che la sede era stata vandalizzata, con la bacheca data alle fiamme e i manifesti strappati. Nella busta indirizzata a Sodano sei i proiettili di calibro 38 special (utilizzato negli anni di piombo dalle Brigate Rosse) e due di calibro 22 (garantisce silenziosità e precisione, veniva usato dal mostro di Scandicci). Quindi la lettera – scritta a mano e in stampatello – nella quale viene intimato a Sodano di «andare via da Pomigliano», perché la cittadina «deve essere libera dai comunisti. A Roma non ti vogliono bene e neanche a Pomigliano. Se non andrai via, sono costretto da forze maggiori ad ucciderti». Parole che scuotono il mondo politico, dal quale arriva una pioggia di attestati di solidarietà che va dalla destra alla sinistra. A partire dal presidente della Camera e compagno di partito Fausto Bertinotti, che con una lettera invita Sodano a proseguire nell’impegno «al servizio del Paese per la liberazione dell’economia dal ricatto della criminalità organizzata e per l’affermazione di una cultura in grado di coniugare lo sviluppo, la salute dei cittadini e la coesione sociale». Mentre il presidente del Senato Franco Marini gli telefona, auspicando che si faccia presto luce sui fatti inquietanti. Intanto il presidente della Commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione osserva: «Questa minaccia si inserisce in un clima in cui tanti hanno interesse a far crescere la tensione per cercare di evitare che si possa arrivare ad una soluzione dei problemi trasparente e senza ulteriori sprechi di risorse pubbliche». Mentre il segretario della commissione antimafia Tommaso Pellegrino sollecita forze dell’ordine e partiti «per impedire che la criminalità inquini il voto». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti auspica che «si faccia piena luce». Il ministro all’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sollecita l’intensificazione della lotta alle Ecomafie. Per il ministro Luigi Nicolais occorre «far sentire alta e forte la condanna contro ogni forma di criminalità e di attacco alle istituzioni democratiche». Il deputato uscente Ermete Realacci parla di «gesto odioso». Parole di incoraggiamento capogruppo di Prc al Senato Giovanni Russo Spena: «Sodano è un mastino e non molla mai la presa». Mentre Gennaro Migliore rileva: «Il suo lavoro straordinario ha dato vita alle più importanti inchieste giudiziarie degli ultimi anni in Campania». Per il senatore Udc Mauro Libé si tratta di un «gesto vile e inaccettabile». E il parlamentare di Forza Italia Paolo Russo afferma: «Pur da posizioni differenti non posso non riconoscere in Sodano un combattente valoroso al quale va tutta la mia solidarietà per le vigliacche intimidazioni». Attestati anche dai palazzi napoletani. Per il governatore Antonio Bassolino: «Il gesto intimidatorio è un fatto grave ed è doveroso reagire con il massimo di fermezza. Di fronte a simili atti la risposta migliore è portare avanti con tenacia e determinazione la battaglia per la legalità e contro le ecomafie». In sintonia il presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo «le istituzioni devono fare fronte comune» e il vicepresidente Salvatore Ronghi: «Il mondo politico e sociale deve schierarsi contro la camorra e ogni forma di criminalità che bloccano lo sviluppo economico e sociale ed inquinano il tessuto democratico.
CORRADO CASTIGLIONE
Il Mattino il 18/03/08
Il sospetto: compromessi gli affari delle ecomafie
Tre anni fa un coniglio sgozzato e infilzato nel cancello di casa
Passato alle cronache come uno dei signor no al termovalorizzatore di Acerra, ha legato il suo nome a una serie di denunce in tema di ambientalismo e di ecomafie in particolare, una delle quali è sfociata nel procedimento giudiziario che vede tra gli imputati rinviati a giudizio Antonio Bassolino e Piergiorgio Romiti: ecco in sintesi l’identikit di Tommaso Sodano, senatore uscente di Prc, presidente della Commissione Ambiente, consigliere comunale nella «sua» Pomigliano e candidato capolista al Senato per Sinistra Arcobaleno. Qual è il suo stato d’animo? «Certo non sono tranquillo. Quando arrivano segnali come questi è bruttissimo ritrovarsi a pensare che da qualche parte ci sia qualcuno pronto a colpirti. E trovo strane alcune circostanze». Quali? «Innanzitutto la coincidenza con l’attacco alla sede di Prc. E poi il fatto che la busta con i proiettili sia stata recapitata al comitato, che si trova in una strada sempre piena di gente, anche di notte». Ha paura per i suoi familiari? «Paura no, ma preoccupazione sì: bisognerà fare attenzione. L’importante è non abbassare la guardia. Io vado avanti: la campagna elettorale ha ritmi che non consentono battute d’arresto». È la prima volta che le accade? «No, l’ultimo episodio accadde nel luglio 2005, quando mi fecero ritrovare infilzato sul cancello della mia abitazione un coniglio scuoiato e sgozzato». I responsabili? «Non se n’è saputo niente». Come si spiega l’ultimo gesto? «Non saprei: la mia attività politica è sempre stata di frontiera. Fare questo con le ecomafie significa mettere in discussione un sistema che reagisce quando vede compromessi profitti e prospettive». Dunque un’idea se l’è fatta? «Certamente l’autore o gli autori di questo nuovo gesto sono da ricercare tra quei soggetti che sono rimasti penalizzati dalle mie denunce». L’ultima? «Tre settimane fa. Riguardava la gestione delle aree di stoccaggio per le ecoballe. Nell’affare erano entrate, in regime di subappalto, delle imprese che in passato avevano ricevuto misure interdittive antimafia. Qualcosa che era sfuggito alle strutture di commissari sia pure attenti come i prefetti Alessandro Pansa e Gianni De Gennaro». Com’è andata a finire? «Adesso quelle ditte non lavorano più. Ma intendiamoci: potrebbero esserci anche altre spiegazioni». Esempio? «Mi sono occupato di rifiuti, ma anche di grande distribuzione commerciale. Le cose sono tante». Ha ricevuto tanti attestati di solidarietà. Questo certo la conforterà. «Sì. Tra i primi a farsi sentire i presidenti delle Camere Franco Marini e Fausto Bertinotti e il commissario straordinario De Gennaro. Ringrazio tutti della solidarietà espressa nei miei confronti: a tutti vorrei dire di non preoccuparsi, perché il mio impegno contro la criminalità organizzata e il suo intreccio con la politica non verrà meno».
CORRADO CASTIGLIONE
Il Mattino il 18/03/08