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Giugliano, una partita su scempi e discariche

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Il palazzo del municipio è alto otto piani, però l’ascensore si ferma al settimo. «…perché l’ottavo piano è abusivo», spiega un impiegato arrossando un po’ le guance. Giugliano è estrema. Qui ammazzano i nonni mentre comprano i quaderni di scuola ai nipotini. E le nonne mentre in cucina stanno lavando i piatti. Clan Mallardo imperat. Tre minorenni, calci e pugni a un pensionato. Fino a ucciderlo. Li aveva rimproverati perché facevano la pipì in strada. Don Antonio, parroco a San Pasquale. La fonte battesimale distrutta. E l’auto incendiata. Per due volte. Così impari a urlare quando veniamo a vender droga sul sagrato. Giugliano animalesca. Mi mancano tre sigarette? Ti sfregio a forbiciate. Firmato Luciacchiotto, 17 anni, garzone di barbiere. A mezzanotte è coprifuoco. Di sabato. I giovani normali qui nei bar non entrano quasi più. Troppe risse. E brutta gente. Preferiscono affittare monolocali, attrezzarli con la Tv e il frigo e incontrarsi lì in privato. «Vediamoci in Casetta», sibila il triste passaparola. E a Taverna del Re, sulle montagne di immondizia infiocchettata come un dono, pascolano topi, cani affamati e gabbiani pazzi e grassi come pollastri. Le chiamano ecoballe, odorano di bugia. Qui giacciono a tonnellate, adagiate sui campi rosseggianti a fragole. E avvelenano un paradiso agricolo tra i più fertili d’Europa, grande quanto il comune di Calvizzano che condivide il pessimo odore, i conati di vomito e una sorte che dispensa lutti e maleparole. Giugliano sputa in faccia al buon senso. È la terza città campana, la 41esima in Italia. Più affollata di un’ottantina (almeno) di capoluoghi di provincia. Per governarla ci vorrebbe una mentalità di ampio respiro, almeno sovracomunale. Invece, troppo si ragiona come in un paesotto di campagna. Nove i candidati a sindaco, nella capitale europea dei rifiuti che aspetta a bocca aperta i milioni per le bonifiche. Nove candidati. Ma nessuno ha offerto lista a Lucia De Cicco, che giorni fa prese fuoco mentre protestava contro l’ennesima riapertura di Taverna del Re. Fascia costiera, Licola, Varcaturo. Fino alle aree più interne, lungo la «strada degli americani». Terra insudiciata. Da decenni di ecomafia e residui tossici. Che ancora arrivano, sicuramente. Per esempio alla Resit, sversatoio fra i più orridi, che una sera sì e un’altra forse va a fuoco quasi come ai bei tempi, quando aumm aumm si affidavano alle fiamme tonnellate di roba immonda. Il Pd è da solo, col candidato Francesco Taglialatela, sindaco uscente dalle mai sopite dispute con gli alleati. Neanche Italia del Valori è schierata al suo fianco, ma lui si sente forte dell’esperienza maturata. E definisce gli avversari del Pdl «un’accozzaglia eterogenea di dieci liste che non potrà garantire governabilità». Taglialatela, sussurrano gli avversari, è stato imposto dagli organismi regionali del Pd al posto di Rocco Granata, manager di Asl gradito ai più ma colpevole di essere vicino a Ciriaco De Mita il «traditore». A pronunciarsi a favore del sindaco uscente, anche il primo cittadino del vicino Comune di Villarica, l’ascoltatissimo Lello Topo. A guidare la Sinistra l’Arcobaleno c’è Antonio Poziello, giornalista e già consigliere, in grado – secondo molti – di ben interpretare l’anima storicamente «di sinistra» del popolo giuglianese. Con lui anche Tammaro Iavarone, da sempre impegnato nel recupero dei ragazzi a rischio. A coagulare il voto cattolico pensa Antonio Russo, già parlamentare di Forza Italia ora schierato con l’Udc di Casini e una lista civica di universitari. A lasciare spazio a Russo nell’Udc è stata proprio la «partenza» dell’attuale leader Pdl, Giovanni Pianese, consigliere regionale transfuga da Casini che qui coagula dieci liste. Già sindaco per due volte, Pianese è visto dai suoi come una sorta di «salvatore della Patria», l’unica forte personalità in grado di contendere al centro-sinistra la supremazia a Giugliano. Il resto è cinquecento candidati al consiglio comunale. Una folla. Dentro cui si mescola tutto. Anche ombre e chiaroscuri, specie quelli legati alla fiorente edilizia selvaggia. Il piano regolatore? Nacque con Pianese sindaco, nel 1984. Cioè quando Giugliano contava 40mila abitanti. Oggi ne conta 110mila. Di recente la Provincia di Napoli ha approvato un piano per cui a ridosso della fascia costiera domiziana sono previsti ben 50mila degli 80mila alloggi destinati alle popolazioni che andranno presto via dalle aree a rischio intorno al Vesuvio. 50mila alloggi vuol dire almeno altri 100mila abitanti. Che si accavalleranno agli attuali 110mila. E le infrastrutture? E i servizi? Oggi un solo autobus, il mitico 162, collega Giugliano al metro’ di Chiaiano. Solo a fine anno aprirà – forse – il metrò che da Aversa trasporterà i giuglianesi fino a Scampìa. Nel frattempo, languono le navette. E i parcheggi. Il centro è un inferno di lamiere e clacson. Si marcia a zero all’ora. La stazione ferroviaria di Ponte Riccio è un fantasma lontano. Nessuno arriva, nessuno parte. Non c’è autobus che colleghi. Non c’è nemmeno il bigliettaio. Di sera, la stazione è un buco nero nel deserto dell’area industriale affollata di campi rom. E peggio per chi ci capita.

ENZO CIACCIO





CINQUE PRIORITA’ PER GIUGLIANO


Ambiente, servizi, viabilità, vivibilità e fascia costiera: il cambiamento della città si sviluppa su cinque punti principali. Il pentaprogramma è l’asse portante dei nove candidati a sindaco e dei 520 aspiranti consiglieri. A parlare di servizi e ambiente è il primo cittadino uscente Francesco Taglialatela, candidato per il Pd: «La città ha subito diverse difficoltà negli ultimi mesi. La crisi rifiuti, ci ha danneggiato molto, ma grazie al sito di trasferenza di Masserie del Pozzo, siamo riusciti a tenerla pulita con notevoli sforzi. Il nostro è stato sicuramente un atto di coraggio – commenta – Quello che mi propongo adesso è condurre la città per completare i progetti messi in atto in questi cinque anni». A concentrare l’attenzione sull’ambiente, la vivibilità e i servizi è anche Giovanni Pianese, candidato della Pdl, che ha con sé dieci liste di supporto. Parla invece di inefficienza di gestione Antonio Russo, in corsa per l’Udc con una sua civica: «In questa città manca una classe dirigente capace di poter gestire la macchina comunale. Questa incapacità ci ha condotti verso il disastro ambientale – dice – Adesso è il momento della bonifica. Bisogna cominciare subito. Chi ha distrutto queste terre deve prendersi la responsabilità e elargire i fondi per il recupero dell’ambiente». Antonio Poziello, in corsa con Sinistra Arcobaleno, si concentra invece sul recuperò di un’identità oramai persa: «C’è bisogno di ordine in tutte le cose – spiega – Necessitiamo del recupero della vivibilità, della sicurezza urbana, della riqualifica della fascia costiera. La stazione di Ponte Riccio ad esempio è abbandonata a se stessa, perché non creare linee su gomma di raccordo tra le periferie ed il centro?». Di fascia costiera parla anche Mimmo Taglialatela, candidato per una lista civica: «Licola, Lago Patria e Varcaturo sono priorità assolute – spiega – Giuliano attende 40 milioni di euro per la riqualifica del territorio e le rigenerazione urbana, quei fondi devono essere utilizzati per creare indotto, sviluppo e lavoro per i giovani. La città ha bisogno di più certezze e non più ipotesi». Roberto Soriente, candidato per la Dc, concentra l’attenzione sui servizi: «Le mie priorità sono i cittadini. Bisogna migliorare le strade, i servizi postali, e il trasporto pubblico». Nunzio Raimondo, in corsa per una civica dichiara: «Vorrei normalizzare la città che è ormai in cancrena. Questo è il mio obiettivo. Nessuno si è davvero interessato della problematica ambientale. C’è un enorme disinteresse della politica per la città e la società». Parla di saccheggio anche il candidato Santantonio Massarelli: «La nostra è stata una città sedotta ed abbandonata. Adesso si ripropongono gli stessi candidati. Ma cosa hanno fatto per impedire il deturpamento di tutto?». Giuliano Palma, per Italia dei Valori, aggiunge: «Innanzitutto guarderei alle risorse finanziarie del Comune. Eviterei gli sprechi e concentrerei tutto per la vivibilità e sulla situazione urbana».
CRISTINA LIGUORI




IL MATTINO 27 MARZO 2008

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